1. E poi arriva lei...


    Data: 27/02/2020, Categorie: Lesbo Autore: dusty, Fonte: RaccontiMilu

    Ieri pomeriggio dovevo passare velocemente in laboratorio per controllare che la vernice di un lavoro si fosse asciugata senza intoppi. Subito dopo mi aspettava un aperitivo che si preannunciava preambolo di una piacevole serata. Ho così pensato di combinare le due cose, passando dallo studio mentre mi recavo in centro. Tipica, torrida giornata estiva cittadina. Arrivo al laboratorio, praticamente chiuso. Appena entrata mi investe un’ondata di afa e mi metto di buona lena a spalancare i grandi finestroni per dare un po’ d’aria al vecchio magazzino.Mi aggiro fra i cavalletti e le tele fino ad arrivare all’ultima grande opera ancora in via di definizione. Devo solo dare una controllata. Poso la borsetta a terra e tolgo l’enorme lenzuolo che la protegge dalla luce. È una meraviglia. Però.. però non so, c’è qualcosa che ancora non mi convince. Mi soffermo ai piedi dell’immenso quadrato dipinto e lo rimiro con attenzione. Visualizzo subito alcuni aggiustamenti che ci sarebbero da fare. Guardo l’ora. È ancora presto… potrei farli…Raccolgo i capelli in una coda spettinata e mi metto all’opera. Preparo i colori e si presenta il primo problema: di certo non mi posso inginocchiare su questo pavimento con le gambe nude. Mi viene in soccorso l’ampio numero di stracci che si usano nel laboratorio e cercando di non sgualcire troppo il mio vestitino arancione, inizio a spennellare qua e là.. le modifiche si fanno più lunghe del solito. La posizione non è delle migliori e un fastidioso sole ...
    ... mi colpisce proprio sulla schiena. Che caldo.Bevo un bicchiere d’acqua ghiacciata per rinfrescarmi e mando un sms per avvisare che arriverò in ritardo all’aperitivo. Torno al lavoro, allietata da una leggerissima brezza che ora entra dalle finestre e da qualche pensiero peccaminoso che aiuta la mia vena creativa.Improvvisamente sento un cambiamento nell’aria. Nessun rumore. Volto la testa e vedo Katy, una ragazza che lavora nello studio, entrare nello stanzone e venire verso di me. Mi tiro su, in ginocchio e mi volto a salutarla. È come sempre radiosa e bellissima. È passata solo a prendere dei documenti, si avvicina e il suo sguardo si sofferma sulla tela stesa a terra. Avverto la sua presenza dietro di me, mi sorride e mi invita a continuare. Ho un po’ perso l’ispirazione. Resto lì dubbiosa, sento il rumore del suo trafficare nei cassetti e di nuovo lei accanto a me. Le espongo qualche perplessità. La sento inginocchiarsi vicino me, canottierina bianca e shorts kaki, scarpe da tennis, i lunghi capelli scuri raccolti in una treccia, un inebriante profumo fresco che mi invade le narici. Torno a tracciare segni sulla tela con decisione, sono persa nella mia concentrazione e lei sembra in ammirazione.La sento trafficare dello zainetto ed estrarre un fazzoletto con cui mi asciuga il sudore che mi imperla il collo. Questo caldo mi devasta. La sua mano si sposta in una carezza lungo la mia schiena. Resto un attimo sconcertata, ma lo trovo un gesto affettuoso. Affettuoso finché non ...
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