1. Istantanee


    Data: 16/03/2020, Categorie: Etero Incesti Lesbo Autore: letstry, Fonte: RaccontiMilu

    Elisa-No, fermo! Aspetta!-Ci blocchiamo. Una macchina sta imboccando il vialetto. Non può essere già la mamma. Ascoltiamo immobili. I tacchi si avvicinano al portoncino, la chiave entra nella toppa, un giro, due, la maniglia si abbassa. Ecco, adesso entra e mi vede così: piegata sul tavolo della cucina, mezza nuda, i capelli sudati stretti tra le mani di Andrea, il suo cazzo piantato dentro di me fino alla radice.All’improvviso sentiamo una voce dalla strada:-Anna!-La maniglia si alza, i tacchi si allontanano.Mi volto, sorrido. Andrea esce lentamente. Con un colpo secco mi riempie di nuovo.-Aaah!-Ilaria-Aprite l’inferno al canto settimo, pagina ottantaquattro.-Ale dal banco vicino mi dà una gomitata. Lo guardo, seguo il suo cenno verso il basso: ce l’ha duro. Mi fa l’occhiolino, alzo le spalle e annuisco. Si avvicina con la sedia. Allungo una mano, la passo sotto l’elastico e inizio a segarlo meccanicamente. Sento che sta per venire. Mi fermo e stringo, come piace a lui. Il suo viso si contrae, lo sguardo è vuoto. Un liquido caldo mi cola tra le mani.Quasi per caso, sento la voce della prof:-Ilaria, incomincia pure a leggere.--Pape Satàn, pape Satàn aleppe!-LindaNon dovevo, non con lui. Ma ...
    ... ormai è fatta, non posso fermarmi. Avrei potuto bussare, certo, ma doveva essere fuori oggi. E poi poteva chiudere. Credevo facesse pipì, invece si è girato e l’ho visto: dritto, lungo, grosso. Quando mi sono inginocchiata la paura nei suoi occhi è diventata puro terrore. Per fortuna ha lasciato fare. Ora sento la cappella rovente pulsarmi sulle guance. Mi piace, succhio mentre lo torturo con la lingua. È nelle mie mani. Lo sento gonfiarsi prima di esplodere e riempirmi la bocca. Ingoio.Si avvicina, mi ringrazia con un sussurro all’orecchio:-Ti voglio bene sorellina.-SaraCamminavo verso le poste quando l’ho notata all’angolo. Stava maledicendo il vento che le aveva fatto sfuggire di mano alcuni fogli. Capelli ricci, lunghi fino a metà schiena, biondissimi. Mi ha chiesto se potevo tenerle il cane mentre finiva di raccogliere. Si è chinata e la mini turchese l’ha tradita: non portava le mutande. Un brivido mi ha percorso la schiena. Ho chiuso gli occhi, l’ho immaginata nuda. Volevo quella fessura perfetta. Volevo prenderla. Volevo sentire i suoi umori scorrere tra le mie labbra, farla impazzire, godere, urlare.-Che sciocca, non mi sono presentata-, mi dice sorridendo. -Sara.--Piacere, Claudia.- 
«1»