Argo, il mastino del guardiacaccia (parte prima: la monta).
Data: 24/05/2020,
Categorie:
Zoofilia
Autore: beast, Fonte: EroticiRacconti
Ciao, non so se avete letto la prima parte del mio racconto. La storia era finita in malo modo, o meglio, io ed Argo eravamo stati interrotti bruscamente dal rumore di una macchina che passava vicino alla baracca di caccia. Mi ero presa una paura fottuta che mio padre con i due amici e il guardiacaccia stessero tornando prima del previsto per qualche strano motivo. Mi avessero beccata mezza nuda con il cazzo di un cane tra le chiappe sarei potuta morire... Ma per fortuna era solo una macchina che passava li vicino, ero salva! Aspettai qualche minuto per essere certa che non arrivasse veramente nessuno, ma anche per dare modo al mio cuore di riprendere a battere in modo meno forsennato, poi, visto che la voglia di essere scopata da Argo non era passata per niente, mi tolsi nuovamente pantaloni e mutandine e feci cenno al cane di venire da me. Questa volta però il grosso mastino non fece una piega e se ne restò accucciato sul tappeto davanti al caminetto acceso, guardandomi con i suoi occhi acquosi. Certo che i cani sono strani pensai, ma da figlia di cacciatore ero abituata ai loro modi di comportarsi, per cui non mi offesi ne preoccupai più di tanto. Anzi decisi di essere io a prendere in mano la situazione, e magari non solo quella... In effetti quando Argo era smontato dalla mia groppa e si era allontanato leccandosi il pene avevo notato con piacere che la natura lo aveva dotato di un arnese niente male. Pensai che potevo giocarci un po' prima di farmelo mettere dentro. ...
... Oltretutto ero ben consapevole che l'eventuale scopata sarebbe durata poche decine di secondi, se escludiamo i minuti in cui saremmo stati legati dal grosso nodo che si sarebbe gonfiato dentro la mia vagina, impedendoci di staccarci per un bel po'. Così fui io, che a quattro zampe mi avvicinai a lui. Gli feci un po' di coccole sul grosso testone e poi con le mani gli accarezzai il fianco e il petto, come avevo immaginato non ci volle molto perché si girasse a pancia in su in modo da farsi accarezzare l'addome. Proprio quello che volevo, il suo enorme astuccio penico era in bella mostra e così i testicoli, grossi come arance, gonfi ma morbidi. Cominciai proprio da quelli, li presi in mano e li strinsi dolcemente. Mmmmmmm erano morbidi ma belli pieni, li massaggiai un po' e poi avvicinai la bocca, dischiusi le labbra in un primo bacio di benvenuto, li morsi delicatamente e lo sentii muoversi. La cosa gli piaceva ma era un po' agitato perché probabilmente non era abituato a simili attenzioni. Lo calmai con qualche altra coccola innocente e con dolci parole sussurrate alle sue orecchie ma presto ripresi a baciargli, mordicchiargli e leccargli le grosse palle. In prossimità dell'ano non erano coperte di pelo, probabilmente a causa del continuo sfregamento con la tozza coda, ed erano incredibilmente lisce e morbide, era una vera delizia leccarle in quel punto. Il cane dovette decidere che la situazione era piacevole e non rappresentavo un problema, perché abbassò languidamente la ...