1. La mia storia, secondo capitolo: mauro


    Data: 26/05/2020, Categorie: Trans Autore: anatrav72, Fonte: Annunci69

    Alle cascine, per strada, girano trans e puttane, ma c’è una zona di vialetti e boschetti che è frequentata da uomini in cerca, gay, trav: lì ovviamente andavo io. Inizialmente partivo a piedi, arrivavo, guardavo la situazione ma non facevo nulla… non mi eccitavano i gay e gli uomini nei rapporti omosessuali. Presi perciò ad andarci in macchina, la sera: parcheggiavo, mi travestivo e uscivo. Nel giro di poco ero sempre accontentata, mi giravano intorno come le mosche e mi eccitava da matta farmi palpare il culo da una selva di mani sconosciute.
    
    Presto conobbi Mauro: abitava anche lui all’isolotto, lì vicino, veniva spesso la sera e cominciammo a darci appuntamento. Era un bel tipo, sui 40, maschio, moro e peloso, come piacciono a me. Aveva con me un atteggiamento dominante che mi attraeva ed eccitava. Cominciò presto a dirmi come comportarmi e a darmi dei compiti che io dovevo svolgere lì sotto il suo sguardo: mi faceva camminare lungo il vialetto con la gonna alzata sul culo nudo, mi faceva piegare e raccogliere qualcosa da terra mentre passavo accanto a un uomo, mi faceva appoggiare a un albero mostrando come mi toccavo il culo eccitandomi. Non ho mai detto di no.
    
    Per qualche tempo continuò così: io gli facevo lo spettacolino e lui si eccitava guardandomi, finché non sborrava segandosi. Un giorno però mi disse di aspettarlo su una panchina nascosta dentro un boschetto: ero vestita come una puttana, calze nere, guepiere, gonna ultra corta, tacchi alti, parrucca ...
    ... bionda, borsetta. Aspettai parecchio, ma non mi mossi: alla fine tornò con un gruppetto di uomini, amici suoi mi disse. Me li presentò e mi disse di fare la brava: all’epoca non mi ponevo il problema del preservativo, così mi feci fare tutto, ma proprio tutto quello che volevano… finii riempita di saliva e sborra dappertutto, mentre mauro si segò guardandomi e alla fine mi sborrò in faccia. Mi disse che dovevo migliorare: il che mi sembrò una scortesia per un verso, per un altro verso mi eccitò moltissimo.
    
    Mi addestrò fino all’inizio dell’autunno: di inverno lì faceva troppo freddo.
    
    Prendemmo a frequentare l’Italia, il cinema vicino alla stazione: mi faceva andare all’apertura, voleva che mi facessi trovare già pronta, seduta in mezzo a una fila con posti vuoti accanto e con il cappottino ancora chiuso. Prima di sedermi andavo in bagno, e mi davo gli ultimi ritocchi: trucco, parrucca, scarpe. Poi tornavo in sala. Presto però i frequentatori abituali del cinema cominciarono a conoscermi e riconoscermi: diventava difficile aspettare Mauro da sola e non importunata, ma dovevo sempre cercare di farcela altrimenti lui si arrabbiava e mi maltrattava: non che mi picchiasse o cose del genere ma diventava aggressivo e mi spaventava.
    
    Quando infine arrivava al cinema si sedeva dietro di me e cominciava ad aprirmi il cappotto, scopriva le cosce, poi lo levava del tutto e mi lasciava nuda, solo con le calze e la guepiere: in men che non si dica i posti accanto e vicino a me si ...
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