Padrone XII - Lavoro
Data: 02/06/2020,
Categorie:
Anale
Dominazione / BDSM
Autore: Akai_, Fonte: xHamster
Si fermò in cima alle scale e rimase in ascolto. Poco prima aveva sentito delle voci arrivare dal piano di sotto. La villa in genere era sempre così silenziosa che sentire delle voci l’aveva incuriosita. Eccole di nuovo. Sembravano urla lontane ma non riusciva a distinguere le parole. Si guardò attorno per vedere se c’era qualcuno della servitù a cui chiedere ma non vide nessuno. La curiosità era tanta, scese metà dei gradini e rimase ancora in ascolto ed in effetti si sentirono altre di quelle urla. Scese fino in fondo alle scale e rimase nascosta dietro la colonnina del corrimano ad aspettare ancora quelle voci. Le parve di sentire il timbro di voce di Padrone. Voleva capire perché fosse così arrabbiato e di soppiatto si incamminò verso l’angolo che congiungeva quella stanza con il corridoio. Quando sentì il freddo del pavimento sotto un piede si fermò ricordandosi che avrebbe dovuto mettere le scarpe, però un urlo irato la fece trasalire e d’istinto andò ad appiattirsi contro il muro in cerca di protezione. Rimase immobile in ascolto per capire se fosse stata scoperta o che altro avesse fatto cambiare così tanto la voce di Padrone ma non riusciva ancora ad afferrare le parole. Voleva andare avanti, avvicinarsi ancora, ormai era a piedi scalzi sul marmo… tanto valeva continuare in quel modo, capire in fretta cosa stava succedendo e poi tornare di corsa al piano superiore.Si affacciò titubante sul corridoio e lo vide vuoto, tutte le porte chiuse, tranne una che era socchiusa ...
... da cui usciva un cono di luce“Sei un incompetente!”La voce di Padrone veniva proprio da lì. Evidentemente stava discutendo con qualcuno, probabilmente di lavoro. Non sentiva nessun altra voce… forse era al telefono. Magari lei sarebbe riuscita a farlo calmare. Si avvicinò a quella porta senza far rumore.“Ammetti che sei un inetto!”Era davvero furioso.“Ma io…”Rossana si paralizzò lì dov’era, c’era qualcun altro nella stanza… Rimase ad ascoltare ma fece istintivamente un passo in dietro.“Ammetti che non sai fare nulla, anche un bambino farebbe meglio di te.”“Non…”“Cosa? Non sei capace di prendere un appuntamento, scriverlo su un’agenda o leggere la tua scrittura? Cosa NON sai fare?”La rabbia nella voce di Padrone aveva raggiunto l’apice. Chiunque avesse di fronte stava cercando di contraddirlo, un pazzo, solo un pazzo lo avrebbe fatto. Si incuriosì e si avvicinò all’apertura della porta per vedere chi avesse così poco rispetto del suo Padrone.In confronto al corridoio in cui era, la stanza era molto più luminosa e non mise subito a fuoco. Sembrava un ufficio, con portadocumenti, libri, una scrivania. Dietro la scrivania… Gli occhi di Padrone la fulminarono in un istante, sapendolo così agitato non aveva la forza di fare nulla, qualunque cosa sarebbe stata quella sbagliata. Quegli occhi profondi e fermi le guardavano dentro, la tenevano bloccata sul posto. Si alzò ed andò verso di lei con la furia dipinta in volto, non sapeva cosa fare, le arrivò ad un passo di distanza, ancora ...