1. Bisogno


    Data: 08/06/2020, Categorie: Sentimentali Autore: scopertaeros69, Fonte: EroticiRacconti

    L'auto correva nella notte, ferendo il buio con gli abbaglianti spianati in quella dimenticata stradina di montagna, similmente i pensieri dell'uomo correvano come a farsi inghiottire da quel'oscurità, in quel sottile confine che divide il raziocinio dall'inconscio. Era stata una sorta di pensiero improvviso, esattamente come quel daino balzato fuori da una curva, che aveva evitato per un soffio, esattamente come quella creatura notturna e selvatica, quel pensiero divenne consapevolezza: lui aveva bisogno di lei. Passare un intera esistenza, divisa in due periodi: il primo a cercare qualcuno, qualcosa che desse un senso, il secondo a farne a meno, con la ripromessa che non avrebbe più consentito a nulla e nessuno di far ritorno sui suoi passi. Il destino è un cabarettista arguto e decisamente sadico, o solamente un gran paraculo, erroneamente aveva creduto che lei sarebbe potuta scivolare via, nulla si ferma nulla è per sempre. La cosa davvero comica e che pure lei doveva aver creduto la stessa cosa, o comunque qualcosa di assai similare. Si era sorpreso a pensare a lei sempre più spesso sempre più intensamente, aveva provato a manipolarne la sua stessa percezione, inserendola in una sorta di perverso gioco mentale, all'interno di fantasie sempre più estreme e distoniche, ma il risultato non cambiava: ne riemergeva sempre più forte, magnifica. Non si era mai sognato di trattarla come un oggetto, né avrebbe voluto metterla su un piedistallo, idealizzarla, sarebbe stato ...
    ... contrario alla sua stessa indole, tuttavia come amica, compagna di esperienze, schiava, puttana disponibile ad ogni sua pulsione, quello sì e ripetutamente. Vi era qualcosa di inebriante e che dava dipendenza nel loro sfiorarsi la pelle vicendevolmente, un contatto elettrico, adrenalinico, afrodisiaco forse. Bastava uno sguardo tra loro per appiccare un incendio, e se non poteva svilupparsi subito il pericolo era tutt'altro che scampato; come un usuraio ebreo di shakespeariana memoria, montava interessi iniqui che pretendevano di essere pagati. Porte sbattute dietro le spalle, le stesse porte contro le quali aveva finito per schiacciarla spogliandola frettolosamente dei vestiti, in un rivinare di bottoni saltati o di qualche strappo o scucitura. Rapporti consumati al limite dello stupro, dove nessuno dei due avrebbe saputo fermarsi, se l'altro avesse voluto... ma non era mai successo. La cosa strana è che nessuno dei due sarebbe mai stato in grado di prevedere chi avrebbe avuto il sopravvento, chi sarebbe stato il vincitore di quell'affondare di dita, di quel graffiare di unghie, di piccoli morsi, di bocche fameliche, di sessi esposti e presi senza nessun rituale predefinito. Lei semplicemente gli si donava, in tutto lo spettro della sua natura: sottomessa, appassionata, trasgressiva, dominatrice, romantica, depravata. Lui era semplicemente sé stesso senza doversi o volersi nascondere a lei: quando ne prendeva la testa violentandone la bocca sino a farle colare la saliva lungo il ...
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