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L'Organizzazione ( Capitolo 12 )
Data: 05/07/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Ipsedixit
Ipotesi plausibile e suffragata da vari elementi, Valeria si era presto convinta che il castello fosse una destinazione di passaggio e non aveva dubbi che l’avessero rapita per usarla sessualmente. A poche dell’asta, però, l’idea che sarebbe stata esibita e venduta al miglior offrente non l’aveva neppure sfiorata. Schiava sessuale di un Padrone, o di una coppia, gente dall'aspetto e dalle etnie più diverse, e delle età più svariate, ma con in comune disponibilità finanziarie pressoché illimitate, tali da renderli intoccabili e da consentire loro di appagare qualsiasi capriccio, anche le fantasie erotiche più perverse ed estreme. Che si trattasse di una giornata particolare diventò evidente sin dal mattino, quando lei e le altre vennero liberate dalle catene che le bloccavano ai lettini, ma solo per pochi istanti. Anziché essere condotte nel bagno per espletare i bisogni ed essere lavate come al solito, le ragazze furono fatte mettere prone ed incatenate nuovamente ai vertici dei letti, mani e piedi. Neppure il tempo di riflettere su quanto stesse accadendo e Valeria si ritrovò con una cannula per enteroclisma inserita nel retto, con un liquido tiepido che iniziava ad invaderle il ventre. -”Resterete per mezz’ora gonfie come palloncini, perché oggi vi voglio pulite anche dentro. Chi sporca, si pentirà di essere nata, parola mia. E’ chiaro puttanelle?!” Era Frau Helga, che aveva fatto irruzione nella camerata in quello stesso istante. La voce tagliente ed intimidatoria stava ...
... entrando dentro Valeria, insieme ad un litro di acqua tiepida con diluito un po' di lassativo ed oli essenziali. Sapeva bene come mezz’ora fosse un limite irrealistico, ma le era piaciuto far provare quella terribile sensazione alle prigioniere. Trascorsi dieci minuti, tutte le ragazze erano infatti al limite. Vennero condotte alla solita toilette, quella turca nell'angolo in fondo alla camerata ed una per volta evacuarono, subito lavate dalle ancelle con un potente getto di acqua, come se fossero state vetture all’autolavaggio. Per Valeria, quello fu il momento più umiliante e degradante di tutto l’addestramento. Dopo aver toccato il fondo, però, le cose parvero cambiare radicalmente. Le ancelle lavarono ed asciugarono i capelli di Valeria, curandone anche la messa in piega. La sottoposero ad un vero e proprio trattamento estetico ed infine, la profumarono e truccarono sapientemente. Le fecero indossare calze autoreggenti, scarpe a punta con un tacco a spillo vertiginoso, un collare di spesso cuoio, alto quanto il collo stesso, rigido e sagomato sulle spalle e sotto il mento, che la obbligò a mantenere il capo dritto. La bardatura prevedeva anche una coppia di morsetti metallici serrati alla base dei capezzoli, uniti fra loro da una catenella, a sua volta agganciata al collare con un piccolo lucchetto. Un morso costituito da un anello metallico del diametro di quattro centimetri, munito di cinghetti e fibbia, le costrinse a restare con la bocca aperta. Glielo inserirono in ...