Quel porco del capoufficio
Data: 30/11/2017,
Categorie:
Lesbo
Gay / Bisex
Sensazioni
Autore: nymphomaniac_, Fonte: RaccontiMilu
Fu durante gli anni dell'università che iniziai ad interessarmi agli uomini e alle donne più grandi di me. Quando dico più grandi di me intendo dai 40/45 in su: è come una fissazione, una sorta di fetish.Le persone grandi hanno una casa, una macchina, un reddito fisso, le idee chiare, l'esperienza e la voglia di continuare ad essere giovani. Cercavo in loro quello che non trovavo nei miei coetanei: maturità, serietà, e sesso senza impegno. Si perché per quanto i miei coetanei, maschi e femmine, dicevano:" No ma è solo per divertimento, niente di serio!", poi dopo ci cascavano, mentre invece questo non capitava mai con le persone mature.Successe durante il secondo anno che vinsi una borsa di lavoro in collaborazione con l'università: per un totale di 150 ore lavorative venivo remunerato di quasi 1200 euro, che per me erano tantissimi. Fui molto felice di quell'opportunità e mi attivai subito per firmare il contratto. Ero felicissimo.Quando firmai il contratto mi venne comunicato che avrei prestato il mio servizio come segretario nell'ufficio dei programmi per la mobilità europea: il primo giorno scoprii di lavorare in un ufficio di sole donne, ed alcune mi attizzavano da morire. Mi immaginavo di fotterle sopra quelle scrivanie colme di pratiche e poi sborrare sui faldoni e sulla tastiera del computer, oppure sottomesso sotto i loro tacchi con la busta paga fra i denti.Ma non successe niente tutto ciò; certe fantasie, in certi luoghi, è meglio che rimangano ...
... tali. Un giorno suonarono il campanello ed io andai ad aprire: mi apparve davanti un uomo bellissimo, capelli corti e neri, occhi azzurri, fisico non muscoloso ma ben messo, alto, possente. Poteva sembrare quasi burbero ma sentivo che in fondo non lo era. Io, imbarazzato e mentalmente eccitato non dissi niente e lui:" Potrei parlare con il tuo capo?", "Si certo, la accompagno."Come lo vide, il mio capo cambiò totalmente atteggiamento: si passava le mani fra i capelli, si metteva seduta sulla scrivania con le gambe accavallate, ammiccava con tono di voce disponibile, ma lui, sorprendentemente non se la calcolava. Anzi sembrava quasi infastidito da lei.Quando se ne andò, velatamente chiesi informazioni e venni a sapere che quell'uomo era il capoufficio dell'ufficio cerimoniale dell'università e che tale ufficio si trovava proprio sopra al nostro.Per qualche settimana lui scendeva a portare e prendere della carte, a firmarne altre, e facevo sempre finta di non vederlo. Alla sua vista mi venivano in mente i pensieri più porci e depravati che si possano pensare, e ovviamente il cazzo mi diventava sempre duro.Un giorno lui si trovava in ufficio e il mio capo, donna divorziata e frustrata, se lo mangiava con gli occhi."Ti firmo questa carte e poi te le porto in ufficio, va bene?", gli disse lei con occhi da cerbiatta in calore"No non ti disturbare. Mandami il tuo segretario invece". Io arrossii e lei mi fulminò con gli occhi.Ricordo che il cuore mi batteva all'impazzata mentre salivo ...