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Eva e il Principino
Data: 04/08/2020, Categorie: Incesti Autore: Gughi San
Buongiorno o buona notte, fate voi. Quanto sto per raccontare mi è stato recapitato in busta chiusa e senza mittente. La storia, penso vera, che veniva narrata su due fogli di carta da lettere di color rosa è sicuramente degna di nota, ma è ora di passare al racconto che narrerò in prima persona per facilitarmi il compito: mi chiamo Alberto, sono laureato in matematica, ho venticinque anni, sono un metro e novanta e le mie amiche dicono che sono un bel ragazzo. La mia mamma è la moglie di secondo letto di mio padre che dalla prima moglie, deceduta in un incidente aereo, aveva avuto Eva, di tre anni più grande di me; vi parlerò diffusamente di lei perché è la vera protagonista della storia. Fin da piccoli mi sovrastava per intelligenza ed io l'accontentavo facendo tutto quello che mi chiedeva perché era estremamente gentile ed educata. In casa mi chiamavano il principino, per i modi garbati e per la flemma nel fare le cose. La nostra è una famiglia molto agiata e mio padre è spesso assente per motivi di lavoro. A quindici anni, completato lo sviluppo sessuale, ero un ragazzino felice perché la natura era stata benigna nei miei confronti, poi capirete. Durante la giornata si studiava e si faceva un po' di sport, io palla canestro ed Eva atletica leggera, per essere precisi salto in alto. Inutile dire che lei era fantastica e che io ne ero perso, vi basti sapere che era un metro e settantacinque, un corpo da barbie e il viso di un angelo in cui splendevano meravigliosi occhi ...
... blu ed un sorriso abbagliante; in pratica un concentrato di sex appeal, una bomba erotica. Lei conseguì la maturità classica col massimo dei voti e si iscrisse all'università alla facoltà di lettere antiche. Era molto corteggiata e le avevano anche fatto proposte di girare degli spot pubblicitari, ma rifiutò sempre dicendo "la mia vita è già tracciata, non posso permettermi distrazioni". Conseguii la maturità scientifica con un buon voto anche grazie al suo aiuto e così per tutta la stagione estiva mi dedicai alle cose che mi gratificavano: la soluzione di calcoli matematici e giocare a palla canestro. (I miei amici mi avevano soprannominato "batocco" per via dell'abbondante dimensione dei miei attributi sessuali e mi prendevano spesso in giro). Il mese di settembre la mia adorata lo passò tutto sui libri per via dell'esame che avrebbe concluso il suo terzo anno accademico, non facemmo passeggiate non andammo mai in piscina. Mamma era assai preoccupata e mi confidò che temeva una crisi depressiva. Quella sera la trascorsi in assoluto silenzio a studiare un problema matematico che però non mi riuscì di risolvere così, come faccio sempre, andai in camera, misi i pantaloncini del piagiama poi in bagno per l'igiene serale. Quando uscii vidi la porta aperta della camera di Eva e lei in terrazza appoggiata coi gomiti alla balaustra che si sorreggeva il viso. Non vi nascondo che mi preoccupai molto, anche ripensando a quello che mi aveva detto mamma, così la raggiunsi, mi misi di ...