1. Giulietto (seconda e ultima parte)


    Data: 17/09/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: jeepster

    ... verità non mi sono mai piaciute, anche se ci sono pure andato a letto… e allora devono sottomettersi, perché deve essere chiaro chi è l’uomo e chi la donna, e questo un po’ sadico lo è, come pure il mio esibizionismo, su cui ho scritto delle bellissime poesie ma di cui nessun critico ha mai parlato… o forse m’illudo che siano belle… ad ogni modo le ho scritte perché penso che nessun poeta è mai stato capace di scrivere delle belle poesie oscene, neanche Baudelaire ci è riuscito… forse in piccola parte Verlaine».
    
    Nel frattempo Giulietto si è addormentato; se ne avvede appena il ragazzo comincia a russare leggermente. Però anziché svegliarlo comincia ad illuminarne il corpo con la torcia elettrica e pensa ad alta voce: «Mi sa che quella cura di ormoni l’unica cosa che gli ha fatto crescere sono… i peli! Guarda qua che schifo! anche sulla schiena! ha acquisito un aspetto quasi bestiale… dov’è finito il ragazzo che ho amato così tanto da dovermi proibire di vederlo? Se non fosse per i suoi occhi ancora scintillanti e quel suo sguardo un po’ infantile mi sembrerebbe di essermi portato a letto un’altra persona».
    
    Con la mano libera inizia ad accarezzarlo leggermente e lentamente per tutto il corpo, come a voler ritrovare il desiderio di un tempo; dopo un po’ Giulietto si ridesta.
    
    «Bene professo’, vedo che t’è tornata la voja»
    
    «A te invece è passata subito! Ti sei addormentato senza ritegno! Mi hai lasciato a parlare da solo come uno scemo»
    
    «A ...
    ... Sa’, io stamattina me so svejato alle cinque pe’ anna’ a lavora’, so stato tutto er giorno a ‘ncollamme la cofana… mica faccio er poeta io»
    
    «Eppure c’è stato un tempo in cui lo sei stato un poeta, senza che tu lo sapessi… tutto il tuo essere era pura poesia»
    
    «Boh, sarà come dici te ma perché nun ripijamo da ‘ndov’erimo rimasti? »
    
    Così dicendo allunga una mano in mezzo alle gambe di Sandro per iniziare a masturbarlo. All’inizio lui lo lascia fare ma dopo un po’ gli afferra il braccio per bloccarlo.
    
    «Ho capito, stasera nun è aria… vabbè, allora già che me ce trovo, faccio da me! ».
    
    Restando sul letto, Giulietto si mette in ginocchio e inizia a masturbarsi mentre Sandro continua ad illuminarlo con la sua torcia elettrica, puntandogliela in faccia e costringendolo così a chiudere gli occhi, oppure illuminando da vicinissimo il sesso del ragazzo, che sentendosi quasi il protagonista di una sorta di spettacolino, voluttuosamente si esibisce per l’amico.
    
    Quando sta per eiaculare, afferra un asciugamano appeso alla spalliera del letto e si copre il membro che sta già colando.
    
    Sandro non dice niente, smette di illuminare il ragazzo e si ridistende sul letto. Non gli rivolge più neanche uno sguardo. Giulietto si riveste (anche lui in silenzio) e quando è sulla porta della stanza pronto ad uscire, saluta con un cenno della mano e dice: «Ciao Sa’, ce vediamo ‘n artra vorta» e va via.
    
    Sandro, assorto nei suoi pensieri, neanche gli risponde.
    
    . 
«12»