1. Io, mia moglie e i Trans


    Data: 23/09/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Sesso di Gruppo Trans Autore: antonio-fusco

    ... tintura brillante sulla punta delle dita della madre.Un’altra volta ancora la donna era seduta sul piano della scrivania, le sue lunghe gambe accavallate penzolavano in aria sospese ad un palmo da terra. Indossava scarpe col tacco e bellissime calze nere. Le segretaria doveva aver commesso qualcosa di molto grave perché era inginocchiata davanti a lei, col capo chino e le mani dietro la schiena. La donna la guardava, dominandola con uno sguardo freddo come il ghiaccio ed i suoi occhi erano colmi di collera e disprezzo. Poco prima Chiara aveva udito due voci levarsi dalla stanza ed aveva riconosciuto anche quella della ragazza; ciò era molto strano perché la segretaria era solita parlare sempre a bassa voce.Come se niente fosse la madre di Chiara avvicinò un piede alla faccia della serva. La punta della preziosa decolté dal tacco a punta le indicava la radice del naso come un dito inquisitore.La giovane sollevò impercettibilmente lo sguardo, esitò alcuni istanti e la donna mormorò una parola breve. Infine la segretaria le prese piede e scarpa fra le mani e baciò. Iniziò dalla suola, polverosa e sudicia che fosse, andò al tacco, la sua lingua mulinò sulla pelle nera e brillante, poi passò al piede, sfilò la calzatura e leccò le dita e la pianta del piede. Elisabetta trovò piacere nella dimostrazione di sottomissione della sua serva, le affondò nella bocca prima un piede, poi l’altro, infine tutti e due assieme, lasciò che un altro essere umano si mortificasse al livello di un ...
    ... verme in ginocchio al suo cospetto.Per tutto il tempo lo sguardo di Elisabetta rimase tuttavia freddo ed ostile. Dai movimenti frenetici delle sue mani e del suo collo si vedeva chiaramente che lo spettacolo offertole dalla ragazza che si stava umiliando prostrata sotto la scrivania le era molto gradito. Quando i suoi piedi furono evidentemente sazi di attenzioni Elisabetta passò all’umiliazione successiva. Si fece togliere le calze dalla giovane ed essa obbedì silenziosamente ed efficientemente, raccolse l’indumento dalle mani della succube, ne fece una palla e la infilò nella bocca della segretaria, naturalmente dopo avergliele strofinate sotto al naso per alcuni istanti. Infine Elisabetta scese dalla scrivania, posando i piedi sulle mani della serva e si infilò nuovamente le scarpe. Prese la ragazza per i lunghi capelli mori e la strattonò violentemente perché essa la guardasse negli occhi. La segretaria aveva ancora le calze della datrice di lavoro in bocca.In quel momento Chiara udì un rumore per le scale, s’accorse che era tornato suo padre e s’allontanò dalla porta. La segretaria uscì dalla stanza pochi minuti dopo, era scarmigliata e rossa in viso. Apparentemente se ne stava tornando a casa come tutti i giorni, ma Chiara la spiò sulla porta d’ingresso mentre si infilava il cappotto.-“Arrivederci”- disse alla dipendente della madre.La giovane non osò replicare al suo saluto, non dischiuse neppure le labbra.Aveva ancora le preziose calze di Elisabetta custodite della sua ...
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