Jaques
Data: 27/09/2020,
Categorie:
Gay / Bisex
Sesso Interrazziale
Anale
Autore: Gabrihole, Fonte: xHamster
... in mano quel magnifico cazzo nero ancora barzotto alzai lo sguardo verso di lui, gli sorrisi ed aprii la bocca per mostrargli che era piena del suo seme, lui osservò compiaciuto e subito dopo io la richiusi e mi feci vedere deglutire tutto, pulii velocemente l'asta con la lingua mentre gliela strizzavo con le mani per fare uscire le ultime gocce, ci rivestimmo e a distanza di un minuto uno dall'altro, per non far insospettire i nostri amici, uscimmo dal bagno e tornammo al tavolo.Continuammo a scherzare, ridere e parlare di figa, nel frattempo lui mi mandò un nuovo messaggio: “ti rendi conto di cos'hai fatto?”“non volevi?” gli risposi“certo, ma per colpa tua dopo ci metterò un sacco di tempo a venire, ti toccherà soffrire mentre ti inculo”“Sai che dispiacere!” gli risposi, “a proposito, non ci siamo messi d'accordo su come sganciarci da loro senza dare nell'occhio”.“Lascia fare a me” rispose.Passò circa mezz'ora e Jaques disse che si sarebbe avviato verso casa perché era stanco, i nostri amici cercarono di convincerlo a restare ma lui si scusò ripetutamente e ci salutò.Il mio telefono vibrò appena lui fu uscito dal locale, mi aveva scritto il suo indirizzo consigliandomi di aspettare una mezz'ora prima di andarmene, così rimasi li con i ragazzi a bere un'altra birra ed a scherzare finché uno di loro propose di andare in uno strip club che ogni tanto frequentavamo.“Mi spiace ragazzi, io passo, sono stanco e domattina mi alzo presto” risposi.I miei amici insistettero un po' ...
... poi si convinsero a lasciarsi salutare, salii in macchina ma non andai dritto a casa di Jaques, passai prima per casa mia e decisi di fare una pazzia che da molto mi frullava per la testa:Aprii l'armadio e tirai fuori la minigonna nera elasticizzata, le mutandine di pizzo, il reggiseno, la giarrettiera e le calze a rete, le scarpe col tacco sulle quali mi ero esercitato a camminare passeggiando nel mio appartamento, mi depilai completamente con una lametta da barba, mi sedetti davanti allo specchio e mi truccai come avevo imparato a fare giocando da solo in casa seguendo alcuni tutorial sul web, misi la mia parrucca mora, mi vestii ed uscii di casa.Arrivai all'indirizzo che mi aveva dato Jaques e una volta li, non sapendo qual'era il campanello da suonare, gli telefonai.“Hey, sono qua sotto, dove devo suonare?”“Pensavo non venissi più, mi ero messo a dormire” rispose.“Scusa, vedrai che ne vale la pena, ti ho preparato una bella sorpresa”.“Sali, terzo piano, ti aspetto con la porta aperta”.Entrai nel palazzo e fortunatamente c'era l'ascensore perché fare le scale con i tacchi non sarebbe stato facile per me, giunto sul pianerottolo notai l'unica porta aperta, entrai chiedendo permesso e Jaques mi guardò sorpreso.“Cerchi me?” disse.Non mi aveva riconosciuto.“Sono io, non mi riconosci?”Scoppiò a ridere e ci rimasi male, pensai di non piacergli così conciato e che trovasse la cosa ridicola, poi vedendo la mia espressione delusa mi disse: “non rido di te, non fraintendermi, anzi sei ...