1. Impensabile, assurdo, folle


    Data: 06/10/2020, Categorie: Etero Sensazioni Autore: iprimipassi, Fonte: RaccontiMilu

    Più rapido viaggia un mezzo in movimento, più, chi sta a terra, ha la sensazione che il tempo a bordo scorra lentamente. Naturalmente, tutto questo ha senso a velocità molto elevate. Velocità prossime a quelle della luce, per intenderci. La variazione nel quotidiano, invece, è talmente minima da risultare impercettibile. Eppure, questo momento mi sembra durare un�eternità. Questo attimo, nel quale scorgo il tuo viso attraverso il finestrino del treno, pare non finire mai. Per la prima volta, siamo occhi negli occhi. I tuoi sembrano riempirsi di lacrime mentre mi guardi. I miei, probabilmente, stanno facendo lo stesso, considerando che li avverto quasi bruciare mentre un magone mi stringe la gola.I vagoni rallentano. Si fermano. Le porte meccaniche si aprono con un sibilo e un tonfo sordo. E un mare di gente si riversa fuori dal veicolo. Aspetto di vedere anche te su quegli scalini.E, intanto, ripenso a un mese fa. Quando tutto questo era impensabile, assurdo, folle. Un mese fa, quando già sapevo che si sarebbe verificato come, in effetti, sta accadendo. Perché tra noi tutto ciò che avviene è impensabile, assurdo, folle. Lo è sin dal primo giorno. Lo è sempre stato, e sempre sarà così. Era inevitabile che proprio questa, la cosa più impensabile, assurda, folle in assoluto, dovesse divenire realtà.�Posso chiamarti un momento?�, ti scrissi quel pomeriggio di mezza estate, facendo scorrere dita tremanti e incerte sullo schermo dello smartphone e rompendo, così, un lungo ...
    ... silenzio.�No. Non sono sola. Scrivimi�, mi rispondesti, nel tuo ormai consueto quanto frustrante tono distaccato.�Ho bisogno di parlarti a voce. E� questione di pochissimo. Quando puoi, avvertimi. Non necessariamente oggi�.Passarono solo una manciata di minuti prima di ricevere la tua risposta."Puoi chiamare. Una cosa veloce però".Un respiro profondo. E lo feci.Parlarti mi causò le emozioni di sempre: il sentirsi come un cubetto di ghiaccio lasciato a sciogliersi al sole. Brividi lungo la schiena, sudori freddi e, insieme, un senso di calore intenso irradiarsi dal mio corpo. Pochi rapidi convenevoli, sottile alibi per farti dire qualche parola, per catturare ancora il suono della tua voce e conservarne gelosamente il ricordo in un angolino dentro di me. Potrebbe essere l�ultimo contatto fra noi, lo so bene. Così come pensavo potesse esserlo quello di un mese fa. E quello del mese ancora precedente.E� un filo sottile quello che ci lega. Tanto resistente da essere sopravvissuto alle peggiori intemperie. Eppure, così fragile e logoro da dare l�impressione di potersi spezzare da un momento all�altro. Motivo in più per assaporare lentamente ogni istante con te.�Non ho molto tempo�, mi incalzi, in tono ben meno austero di quello che vorresti lasciar trapelare dai messaggi, �Cosa volevi dirmi?�.�Ricordi quel ristorantino sul lago di cui ti parlai?�, chiedo, secco.�Si� certo��.�L�ultimo fine settimana di agosto dovrò seguire un convegno in quella città�.�E andrai in quel ristorante?�, mi ...
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