1. Emigranti 2


    Data: 08/10/2020, Categorie: Prime Esperienze Autore: geniodirazza, Fonte: Annunci69

    ... tuta, che lui aveva leccato e scavato tutto gli anfratti del mio corpo ed io invece non l’avevo ancora assaporato.
    
    Quasi per farmi perdonare, presi i pantaloni dalla cintola e li abbassai di colpo fino ai piedi; scalciando un poco, li spinse lontano.
    
    Mi trovavo di fronte per la prima volta ad un vero cazzo, grosso, lungo, duro, quasi immenso per me; lo guardai con amore e quasi timidamente allungai una mano a prenderlo.
    
    Avevo ancora in mente la scena di Nicola e Peppino e non ebbi difficoltà, quindi, a cominciare masturbarlo.
    
    Mi mandava in estasi sentire vibrare sotto le dita la carne viva e pulsante, le vene gonfie; sollevai l’altra mano per accogliere i coglioni, due sfere sode e tese che non stavano insieme nella mia mano delicata.
    
    Per un poco ammirai l’asta e me la gustai con le dita; poi Genny mi toccò sulla testa ed accennò una spinta; mi resi conto che ce l’avevo proprio all’altezza della bocca e che un pompino era quello che la situazione imponeva, quello che lui si aspettava e quello che io ero determinata a fare.
    
    Accostai la bocca, leccai un poco timidamente l’enorme cappella e piano piano lo feci entrare in bocca.
    
    La sensazione fu immensa e indescrivibile; tutti i terminali nervosi del ventre si agitarono e mandarono al cervello segnali di intenso e incontenibile piacere; la lingua si mosse quasi autonomamente a leccare nonostante lo spazio angusto che non consentiva grandi movimenti nella bocca; anzi, i denti qualche volta graffiarono la ...
    ... pelle delicata della cappella e Genny fu costretto a darmi suggerimenti per aprire al meglio la bocca, farlo entrare il più possibile in profondità e titillarlo con un gioco di muscoli delle guance e il palato.
    
    Ad un certo punto, fu lui a spingere il cazzo nella bocca con movimenti del bacino; lo assecondai al meglio aprendo al massimo la mandibola e sopportandolo nella gola fino ai conati di vomito.
    
    Ma non era un pompino quello che Genny voleva da me.
    
    Ritirandosi delicatamente e strappandomi di bocca e di mano il suo meraviglioso cazzo, “Se continui così, mi fai sborrare” mi disse; lo guardai come un marziano.
    
    Anche per darsi un po’ di riposo, provò a spiegarmi il senso della frase. Avevo già ascoltato quelle cose dette da Nicola ai ragazzi sul terrazzo; ma solo in quel momento mi resi conto che dal forellino sulla punta della cappella ad un certo punto sarebbe sgorgata una cremina bianca detta sborra che Antonio versava abbondantemente nella mia figa ogni notte, che era quella che faceva nascere i bambini e che bisognava stare attente a non prenderla in figa senza precauzioni.
    
    Genny mi spiegò anche i vari modi per fare arrivare un uomo a sborrare (o arrivare o venire o godere, secondo il linguaggio usato): non mi sorpresi della masturbazione né della scopata in figa, dell’inculata o del pompino; ma l’idea della “spagnola” tra le tette mi lasciava alquanto perplessa. Fu necessaria una pratica dimostrazione; Genny mi strinse le tette dai lati e nello spazio che le ...
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