1. Sole di Maggio


    Data: 19/11/2020, Categorie: Sentimentali Autore: CLAUDIO TOSCANI

    ... circolare da una tasca dei jeans. «A proposito di oggetti scuri, vuoi un po’ di liquirizia? É purissima in piccoli chicchi.» All’assenso Silvia fece roteare le parti della scatola fino a che formarono una minuscola apertura ovale. Pose il palmo sinistro sotto la mano dell’ospite e scosse la destra per far uscire i granuli. Il tocco di quelle dita affusolate trasmise a Mauro un sottile fremito. «Me ne hai dati troppi, Silvia.» Fu costretto a stringere il pugno per non far cadere i granuli. «Passane un po’ a me», disse lei. Mauro aprì la mano ma i chicchi, rappresisi sulla pelle sudaticcia, non ne vollero sapere di staccarsi. Avvilito fissò il grumo contornato da una macchia nerastra molliccia. Dopo lo schianto sul pavimento si era compiaciuto per la spigliatezza con la quale aveva retto la conversazione ma quel fatto cancellava tutto. Le rivolse uno sguardo implorante comprensione. «Silvia oggi è stata una giornataccia per me e mi sudano i palmi quando sono teso.» Mettendocela tutta per rimanere seria lei prese un fazzolettino di carta dalla borsetta e tolse il coagulo. Dal suo sguardo trapelò un lampo di malizia. «Ti senti agitato soltanto per i problemi della Valcorniola?» «Che cosa intendi dire Silvia?» «Niente, così.» Silvia Bagnò il lembo di un altro fazzolettino con la saliva e prese a pulirgli il palmo. «Spero ti giovi ma se vuoi lavarti meglio là, nel ripostiglio, c’è il bagno. Non è un gran che, però funziona.» «Va bene così non preoccuparti», la ringraziò tenendo lo ...
    ... sguardo basso. «Mauro non te la prendere. Non hai ragione di sentirti mortificato. Non ti sto giudicando. Poteva succedere a chiunque.» «Allora dimmi: a quanti ragazzi credi sia capitato di cadere a causa di una sedia sgangherata ed essere rimasti con un grumo di liquirizia appiccicato alla mano, davanti ad una ragazza appena conosciuta?» Lei si sforzò ancora di non ridere. «A nessuno ma…» «Ma è più facile fare dieci “sei” consecutivi al superenalotto», la anticipò. Quella battuta diede il pretesto a Silvia di sfogarsi a ridere senza il timore di offenderlo. Fece per riprendere la sigaretta ma notò che nel frattempo era stato il portacenere a fumargliela. «Meglio!» esclamò schiacciando il mozzicone. Livio Una voce robusta li distolse dalla conversazione. «Buona Sera.» A differenza di quel che poteva fare immaginare il tono baritonale della voce, Livio era di corporatura esile; d’altezza media, aveva l’aspetto di un cinquantenne. I capelli brizzolati, folti, la barba di taglio corto e gli occhiali da vista che filtravano uno sguardo benigno, gli conferivano un’espressione da intellettuale riflessivo. Per rispetto al nuovo arrivato Mauro si alzò per presentarsi. Livio guardò i rottami della sedia e aggrottò la fronte. «Silvia non dirmi che s’è rotta sotto il sedere del nostro ospite.» «Purtroppo sì», ammise lei allargando le braccia. È colpa mia. Avrei dovuto romperla subito ma Stefano mi aveva assicurato che ci avrebbe pensato lui. Evidentemente se n’è dimenticato. Mauro sono ...
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