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Sole di Maggio
Data: 19/11/2020, Categorie: Sentimentali Autore: CLAUDIO TOSCANI
... accompagnassi ma come avrei potuto lasciare nei guai mio padre? Cercai di spiegarglielo ma lei se la prese così tanto da andarci sola. La sera successiva mi recai a casa sua per riconciliarmi. Sua madre mi riferì che era uscita ma avevo notato la sua auto posteggiata presso il portone e conosco bene le abitudini di Rossana. Lei prende l’auto anche se deve andare all’edicola distante cento metri dal portone di casa sua. La chiamai più volte nei giorni successivi, gli lasciai messaggini sul cellulare ma senza avere risposte. Così decisi di attendere che fosse lei a farsi viva ma non fu così. Qualche settimana dopo andai in discoteca e la vidi assieme al ragazzo col quale aveva fatto coppia la sera del veglione, nel senso che li avevano visti fare coppia assieme. Certe cose si risanno in una cittadina come Sanfabiano. Mi arrabbiai molto e decisi di non chiamarla più. Verso metà aprile fu lei a mandarmi un messaggino per chiedermi di rivederci ma non le risposi.» «Vuoi tenerla sulle spine per darle una lezione?» «Proprio così. Ero a lavorare non a fare i cavoli miei e anche se sono convinto che tra lei e quel ragazzo non sia accaduto nulla, il suo comportamento non mi è piaciuto.» «Lo credo bene», commentò Silvia con un tono basso ma che celava un compiacimento interiore. Poi soggiunse: «Ti costa tenerla distante?» «Abbiamo passato anche periodi bellissimi.» «Lo immagino. Hai intenzione di rimetterti con lei?» Silvia attese la risposta scrutando Mauro con la coda dell’occhio. ...
... «L’avevo. Ora non so.» Lei avvertì, nel suo animo, qualcosa che si lisciava come se qualcuno ci passasse un ferro da stiro. Tornò a stringergli la mano, poi allentò la presa per consentire alle dita di indugiare in una carezza appena accennata. Finse di osservare la fratta per non fargli notare quanto fosse pago il suo sorrisetto. Tornò a chiedergli: «Chissà quante volte avrete fatto passeggiate in questo posto.» «Non andavamo in campagna se non per limitarci a guardarla dai finestrini dell’auto. Rossana aveva il terrore d’essere punta dagli insetti.» Sul volto di Silvia riapparve un ricciolo di sorriso. Gli leggeva nello sguardo il desiderio di domandarglielo a sua volta. Decise di anticiparlo perché intuiva quanta difficoltà avesse a farlo. «Non sono fidanzata, Mauro.» «Non eri obbligata a dirmelo.» «Mi siedo su quella pietra e non mi muovo più se ti azzardi a negarmi che pensavi di domandarmelo.» «Lo ammetto ma qualcosa m’impediva di pronunciarmi.» «Qualcosa o qualcuno, anzi qualcuna di nome Rossana?» «Silvia, per favore, smettila di farmi sentire in imbarazzo.» «Hai ragione, Mauro, scusami. In ogni modo non ho avuto storie importanti. Un ragazzo mi piaceva in quarta ragioneria. Ci siamo frequentati un paio di mesi e credo ci saremmo fidanzati se la sua famiglia non si fosse trasferita in meridione per motivi di lavoro del padre.» Silvia balzò su una sporgenza rocciosa e gli tese la mano perché salisse. Mettendosi a spalla a spalla, Mauro confrontò la differenza delle loro ...