1. Meravigliosi, Tediosi, Risvegli


    Data: 03/12/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: scopertaeros69

    ... bollore delle tue tette contro di essa nuovamente, qualcosa mi sfiora le labbra e l’intuito, prima ancora che la percezione tattile delle labbra capisca e identifichi, la cappella del fallo che mi stai spingendo tra di esse. Non resisto , mi arrendo alla pressione e lascio che entri nella bocca, lingua e naso ne percepiscono gli effluvi della fica dove precedentemente li avevi infilati… lecco ed insalivo in una sorta di strana gratitudine per avermi palesato le tue intenzioni. Potevi chiedermelo, ma non lo hai fatto, hai preferito prenderti quello che è tuo senza preamboli, sorprendendomi, in una sorta di atto volto a sottolineare la totale disponibilità del mio corpo per te. Lunghi minuti nei quali come una consumata puttana, mi fai fare ginnastica di labbra su quel simulacro di silicone, sino a quando te lo riprendi per infilartene un estremità tra le cosce e puntare l’altra nel solco del mio culo. Una pressione costante, non violenta ma decisa, irremovibile, mentre si fa spazio tra la mia pelle chiusa, dilatando la mia carne. “Aspetta...” sibilo un attimo nell’oscurità… inascoltato Entri e e ti fermi solo quando è sprofondato per tutta la lunghezza che hai deciso dentro di me, una sosta necessaria a permetterti di farmi riprovare ancora il contatto delle grandi labbra divaricate ed umide, da quello stesso oggetto. Le tue mani che mi si serrano intorno ai fianchi, facendomi ruotare sulla pancia, si spostano sulle spalle mentre ti assicuri nella nuova posizione che non ...
    ... possa disarcionarti, mentre schiacci la mia erezione, ora un po’ in crisi, sotto di noi. Sento il rumore dell’interruttore dell’applique, prima ancora che la luce inizi a ferirmi gli occhi, mi cavalchi impalandoti su di me in un lento crescendo di spinte di movimenti del tuo bacino, di respiri che crescono d’intensità. Gemo sotto le spinte come una verginella riluttante, in parte per non fare rumore, in parte per provocarti, per non darti subito quella soddisfazione a cui tanto agogni. L’idea di essere violato, di essere tuo anche così è una frusta alle sinapsi che a tratti copre la sensazione fisica della mia carne che si deve adattare ad accoglierti. Lunghi lunghissimi minuti, non ti permetti un rapido appagamento, al contrario ti spingi sino al vertice della tua resistenza, per scemare e riprendere con un ritmo diverso...continui ad esasperarmi, ad esasperarti. Verrai ...oh si che verrai facendo violenza a te stessa, al tuo stesso resistere, al tuo malizioso dilungarti in me...ma verrai al fine. Un guaito quasi canino, un mugolio trattenuto tra le labbra serrate davanti a denti stretti, mentre il tiepido fluire dalle tue cosce mi cola giù per il culo sino all’attaccatura dei coglioni, il peso indosso sottolineato dall’umido turgore delle tue tette ancora una volta schiacciate sotto le mie scapole. Ancora lunghi minuti prima di essere liberato e...svuotato. L’abbraccio tra noi riprende forma...non spengo la luce, cerco il tuo viso, bello e sudato. “Ne avevo voglia” … mi dici ...