1. La supervista


    Data: 11/12/2020, Categorie: Esibizionismo Autore: Manu Libera, Fonte: EroticiRacconti

    Rientrando a casa, stanotte, ho notato un pezzo di carta sul tergicristallo della mia auto. Mi sono avvicinata col terrore che fosse una multa. Invece era un biglietto scritto a mano: “Cara e provvidenziale fotomodella, benvenuta nel tuo nuovo quartiere. Sono un guardone dalla nascita e un esibizionista per natura. Mi piacerebbe guardarti dal buco della serratura mentre ti masturbi e farmi guardare da te mentre me lo meno. Ho la supervista e il cuore capiente, la bocca carnosa, le mani grandi e morbide, sono il tuo nuovo vicino di casa.” Che sfacciataggine e che coraggio! Provvidenziale? Certo, un guardone dalla nascita che si ritrova come vicina una fotomodella non può che ringraziare il cielo. Ha la supervista nel senso che ha un binocolo o un cannocchiale, ma il cuore capiente che significa? Mi spiazza. Sono stanca, ma non ho ancora sonno. Mi spoglio camminando e lanciando, man mano, i vestiti sul letto. Doccia? No, bagno caldo in vasca che mi aiuta a prendere sonno. Sono completamente immersa nella schiuma soffice con la testa appoggiata al bordo, galleggio. Fluttuo e penso. Quel barlume di umanità (il cuore capiente) in quella missiva perversa, mi arrovella e m’ intriga. Quando i polpastrelli si incominciano a raggrinzire, esco dalla vasca ancora coperta di nuvolette di schiuma. Mi vedo nello specchio appannato: sembro un dipinto minimalista. Mi asciugo alla svelta, fa caldo. Esco dal bagno completamente nuda e scalza, i capelli sciolti e ancora bagnati alla faccia della ...
    ... cervicale. Mi infilo i primi slip che trovo nel cassetto e poi una Tshirt con davanti il volto di Jim Morrison e dietro quello di Nico. Mi piace stare tra questi due spiriti liberi e tormentati che si sono amati e si amano. Scelgo un libro dei quattro che sto leggendo: Il cabalista, di Nathan Erez e Dorit Silberman, è pieno di numeri e riferimenti storici: concilia il sonno, anche se è appassionante. Entro in camera e mi tuffo sul letto con il libro aperto tra le mani. Mentre spiccavo il salto ho visto una finestra illuminata del palazzo di fronte spegnersi di botto. La cosa è sospetta, mi dico, mentre una strana e sottile febbre mi fa rabbrividire. L’idea che dietro a quella finestra buia ci possa essere il mio schizofrenico vicino con la sua supervista, mi solletica l’ego e mi trafigge la vagina. Il mio esibizionismo immanente prende il potere, mi invade. Mi alzo dal letto per vedere e farmi vedere. La stanza è semibuia, appena illuminata, dal basso, dalla mia lampada da lettura. I miei occhi si abituano rapidamente alla penombra e mi sembra di cogliere un riflesso, un piccolo lampo di luce, provenire da quella finestra cieca. Fitta all’inguine: mi sta spiando e probabilmente si sta masturbando con una delle sue grandi mani morbide. Proprio davanti al letto c’è il mio specchio preferito, a tutta figura; mi avvicino fino a che non vedo la mia. L’angolazione dovrebbe permettere al mio spettatore non pagante di vedermi di spalle e di fronte attraverso lo specchio. Vede il mio ...
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