1. Birichina


    Data: 14/12/2020, Categorie: Feticismo Autore: passepartout, Fonte: EroticiRacconti

    I piedi, queste estremità tanto indispensabili, quanto importanti, sono da secoli divenuti anche simbolo estetico, li si cura, specie durante la bella stagione con smalti, anellini e quant’altro. Ero seduto al bar sulla spiaggia, sorseggiavo un Campari con uno spicchio di limone, sul tavolo giaceva stancamente il giornale, troppo distratto da quell’umanità che mi circondava e si muoveva a velocità folle: bambini urlanti e ridenti, attempate signore che si alternavano al bagno oppure davanti ad un gelato, giovani ragazzine che si confidavano i loro maliziosi segreti. Con gli occhi bassi sul selciato chiaro e bollente che conduceva alla sabbia, vidi avanzare due piedi, non alzai subito lo sguardo, perché rimasi così incuriosito e affascinato da quelle due estremità che non m’interessava subito scoprire il resto del corpo. Erano di lunghezza media, forse un numero 37, un’abbronzatura non troppo evidente, curati e lisci, lo si poteva capire dalla luminosità della pelle, avanzavano con eleganza e velocità, segno che le piante lisce soffrivano il calore del selciato infuocato, si fermarono vicino ad un corto rubinetto posto di lato, verso le docce e si bagnarono abbondantemente per ricavarne sollievo. Questo mi permise di notare meglio alcuni altri particolari, come lo smalto albicocca delle unghie, un piccolo anellino infilato nel dito medio del piede destro e una cavigliera d’oro bianco, molto sottile che impreziosiva il modellato collo del piede. Pensai a come sarebbe stato piacevole farsi massaggiare il cazzo da quelle estremità così graziose, fino a sporcargliele col mio balsamo per poi spalmarglielo fino alle caviglie. Prima che scomparisse all’interno delle docce alzai lo sguardo sul suo corpo flessuoso come un giunco, sorrisi compiaciuto che tali estremità appartenessero ad un corpo così armonioso. Tirai una boccata del mio toscanello, raccolsi il giornale ed il mio cappello panama dal tavolino e raggiunsi il mio ombrellone alla spiaggia, ebbro di quella visione.
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