1. Nobody like you


    Data: 20/01/2021, Categorie: Etero Autore: velvetMorgana, Fonte: Annunci69

    I’ll hold your hand and slap my face
    
    I’ll tickle you to your disgrace
    
    Won’t you put me in my proper place
    
    a nobody like you
    
    (Lou Reed)
    
    La precisione chirurgica con la quale mi separasti
    
    L’anima dalla pelle, per l’ennesima volta, avrebbe anche potuto essere antropologicamente interessant se non fosse stato che da quella lacerazione percolava la mia essenza vitale: lacrime e sangue.
    
    Sai cos’è uno stupro, Amore?
    
    È qualcosa che ti entra dentro a secco, freddo come l’inferno - perché l’inferno è ghiaccio nelle vene - e ti martella fino a farti sanguinare, ti percuote L’intimità, ti viola sino a goderne, mischiando sangue e sperma in un patto di desolazione.
    
    Quella mattina, le parole con cui mettesti fine alla nostra storia furono una violenza.
    
    Nelle orecchie mi ronzava il suono soddisfatto del tuo liberarti di un ingombro, finalmente leggero nella tua coscienza pulita di lavanderia, armatura tirata a lustro per difendere lo Stato delle cose giuste da fare. Giuste, ma solo per te.
    
    Amore, quando ripenso a quel giorno mi torna in mente la copertina verde acqua di Pastorale americana. È a te che devo la conoscenza di Philiph Roth.
    
    Giorni in cui le sue parole si contorcevano sotto le mie dita, quando gettavo da parte il libro perché l’euforia chimica dello Zoloft non reggeva più il peso del mio tremito e allora le mie falangi tormentate correvano a ripercorrere le strade più intime.
    
    Nel silenzio della stanza buia, le tracce amare delle lacrime ...
    ... seccate sul volto, tracciavo cerchi concentrici intorno ai miei capezzoli.
    
    La punta di un indice, umida di saliva, per scrivere un invito che indirizzavo a te.
    
    Mani a scendere lungo l’addome, integro, piatto, vuoto come le piazze di paese sotto il sole accecante del primo pomeriggio estivo.
    
    Allora il pensiero
    
    Si faceva liquido e pulsava il cuore fra le gambe. Un battito ritmico, una musica che conoscevo, la partitura del desiderio, il solfeggio della privazione.
    
    Le dita abbassavano l’elastico della biancheria indossata a caso, percorrevano strade già note. Accarezzavano carne morbida, il mio respiro a rompersi in un gemito.
    
    Allargavo passaggio, aprendo le gambe un una posa il più possibile volgare, la mano
    
    aperta a coprire il mio sesso umido...era il tuo volto che vedevo, nell’atto sublime di donarmi la gioia della tua lingua.
    
    Frustrata, recuperavo il filo della mia storia, senza di te.
    
    Il dito umido sul clitoride teso e scoperto, in un otto furibondo e violento per punirmi di quel pensiero.
    
    Una danza selvaggia, un mare in tempesta, sensazioni contrastanti...rabbia, desiderio, povera rivalsa. Guerra senza vincitori che terminava in un orgasmo isterico, cupo e rabbioso come un mare in tempesta.
    
    Poi venne il tempo di Paul Auster, e di Mc Ewan, la chimica del rum e della promiscuità.
    
    Mi piaceva che fossero giovani, a possedermi: poco più di vent’anni, mi ubriacavo dell’odore della loro pelle, un misto di selvatico e di nuovo a celebrare il rito ...
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