1. Gioie dell'autostop - 1


    Data: 24/01/2021, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    Stavo tornando a casa da un giro di lavoro in quell’afoso pomeriggio di luglio. Sono un rappresentante di commercio, che detto così sembra chissà cosa: in realtà il mio compito è fare il giro dei nostri affiliati, per controllare l’andamento delle vendite e studiare nuove strategie.
    
    Ero un po’ stanco e insonnolito: la sera prima avevo fatto tardi in un certo locale di Bologna, dove era possibile trovare merce molto interessante… non so se mi spiego, così avevo preferito evitare di prendere l’autostrada: con la statale avrei potuto procedere con calma e all’occorrenza fermarmi nel primo boschetto a schiacciare un pisolino. Non vedevo l’ora di rientrare a casa, farmi una doccia e dormire finalmente nel mio letto La strada correva diritta, attraversando come una freccia i campi deserti della Pianura Padana; cominciavo a sentirmi le palpebre pesanti, allora per scacciare la sonnolenza, accesi la radio e mi misi a cantare pure io a squarciagola. Andai avanti ancora qualche chilometro, quando in lontananza scorsi un puntino davanti a me. Sul momento non ci feci caso, ma più mi avvicinavo, più quella macchia prendeva forma umana nella calura baluginante del pomeriggio. Aguzzai gli occhi: sì, era proprio un essere umano.
    
    “Chi è quello scemo che se ne va in giro con questo caldo?”, mi chiesi.
    
    Mi avvicinavo rapidamente e ad ogni metro coglievo sempre nuovi particolari: era un uomo… giovane… pantaloncini corti, da quanto si capiva dalla camicia che gli arrivava a mezza coscia. ...
    ... Aveva uno zainetto buttato sulla spalla, un cappellino di paglia sulla testa, tirato all’indietro. Arrivato a un centinaio di metri diminuii la pressione sull’acceleratore e lasciai che la macchina rallentasse un po’. Il giovane camminava con passo svelto, elastico: era una delizia ammirare il guizzare dei muscoli sotto la pelle abbronzata delle gambe.
    
    Doveva aver sentito il rumore del motore, ma non si voltò. Ero ormai dietro di lui. Mi chiesi se era il caso di offrirgli un passaggio.
    
    Lo sorpassai lentamente, sbirciandolo con la coda dell’occhio, e mi fermai qualche metro più avanti. Guardai nello specchietto laterale: il ragazzo si fermò un momento, poi venne verso la macchina a passo svelto. Fu allora che me ne accorsi: non indossava pantaloncini: era in mutande… un boxer celestino, appesantito davanti da un grosso rigonfio carnoso, e dalla cui cintura sbucava un ciuffetto di peli biondastri.
    
    Sentii mancarmi il respiro, mentre un groppo mi annodava la bocca dello stomaco e uno stordimento mi prendeva alla testa.
    
    Tirai giù il vetro e lui si affacciò allo sportello.
    
    “Salve.” mi fece con un sorriso smagliante.
    
    “Scommetto che ti farebbe piacere un passaggio.”, dissi con la gola secca.
    
    “Mi sa che ha vinto la scommessa.”
    
    “Salta su.”
    
    L’afrore intenso del suo corpo sudato riempì in un attimo l’abitacolo, ma per me fu più fragrante di non so cosa e lo inalai avidamente, cercando di non farmi accorgere.
    
    “Dove sei diretto?”, gli chiesi dopo un po’, non ...
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