1. La prima volta hardcore


    Data: 25/01/2021, Categorie: Gay / Bisex Autore: Gaius

    ... mi disse di aprire le gambe o altro; sempre fissandomi, si avvicinò alla mia faccia e iniziò a picchiettarmi la verga sulla faccia; piano dapprima, con intensità sempre maggiore dopo. L’ebbrezza di sentirsi preso a pisellate da un cazzo così grosso è stupenda. Ti senti posseduto, ti senti suo, come lui rimarcava: “Guardati troia, da quanto ti ho appoggiato il cazzo sul culo non fai che fremere di voglia, sei talmente eccitato che manco parli”. Era vero, non parlavo, la mia eccitazione me lo impediva e io ero in balia della sua volontà; in fondo era questo che volevo, essere sottomesso al suo cazzo, alla sua volontà. Se accetti subito di essere il beta e riconosci il ruolo dell’alfa godi di più, senza ombra di dubbio. Finita la tempesta di cazzo sulla mia faccia, mi spinse di forza verso il letto; io a pancia in su divaricai le gambe con un gesto fluido e accattivante. Francesco sorrideva e nel medesimo tempo di inumidiva le dita. Dita che poco dopo finirono nel mio ano, ancora stretto. Mi preparava alla tempesta di dopo. Con l’altra mano mi dava schiaffetti in volto, rimarcando quanto fossi troia e quanto fossi il suo “svuota coglioni”. E infine arrivò il momento: la sua cappella, grossa e rosea premette sul mio sfintere già in parte rilassato. Fu meno difficile di quanto pensavo prendere tutti i 22 cm di Francesco; ma non per questo meno doloroso. Avevo preso sino ad allora pochi cazzi e di dimensioni modeste; dopo qualche tempo lo avevo tutto dentro di me: lo sentivo, ...
    ... duro e caldo, un palo conficcato nel mio culo. Piano piano iniziò a pompare, era bravo, un buon ritmo, leggero voleva che godessi e così fu: al dolore si sostituì il piacere, al piacere il godimento. Era questa la fase a cui Francesco voleva arrivare: il mio godimento non mi faceva sentire il ritmo dei suoi colpi aumentare, di più e sempre con maggiore forza. Anzi, io godevo ancora di più e finalmente parlai: “Sfondami Francesco, sfondami cazzo!”. Sorrise con fare quasi malefico, il suo sudore mi colava addosso, e mi baciò appassionatamente. Alla fine del bacio mi girò con forza e me lo trovai sopra, io supino e lui sopra di me, una posizione che me lo faceva sentire per bene il suo cazzo. Ma alla fine arrivammo alla posizione a cui entrambi anelavamo: la pecorina. Fui io a mettermi a novanta, preso come ero nella mia parte di sottomesso. Iniziò a trapanarmi letteralmente, il suo cazzo entrava e usciva con forza inaudita; 22 cm che ti entrano così si sentono eccome, il piacere era immenso, ma sentivo anche dolore. Ma non volevo mollare, sapevo che stava per venire perché il numero di colpi si stava facendo intenso. Il mio culo era già in fiamme per le sculacciate che non mi risparmiava. “Cazzo, ora ti vengo dentro, stronzo”. Venne dentro di me, copiosamente, 6 schizzate che mi inondarono l’ano di sperma caldo e fluido. Stramazzammo sul letto, esausti, senza fiato e ci addormentammo così, nudi e distrutti. Il giorno dopo, come potrete immaginare, facevo fatica a camminare. 
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