1. Vecchia Scommessa


    Data: 27/08/2017, Categorie: Etero Autore: Jacob, Fonte: RaccontiMilu

    Viviano stava per addentare un trancio di pizza quando la vide entrare. La bocca rimase semiaperta e la pietanza ferma a mezz’aria. Era snella, gambe lunghe, capelli biondo scuro, vestita in maniera poco appariscente, ma sotto il cappotto, l’uomo immaginò esserci un bel fisico snello e atletico, con le forme tutte al posto giusto per quanto poco abbondanti.Quando la donna, ignara dello sguardo che la scrutava si massaggiò con il palmo della mano la base della schiena, facendo sollevare il lembo del cappotto, Viviano ebbe una piacevole conferma della sua intuizione. Il sedere era piccolo e sodo, ma ben definito e piacevole.«Niente male» pensò tra se addentando la pizza.Prima del secondo boccone però, la donna si girò, facendolo bloccare di nuovo. Stavolta la guardava in viso e provò una sensazione ben nota, che negli ultimi dieci anni, aveva provato varie volte. Un viso conosciuto, il pensiero ”è lei” che si insinua nella mente, l’occhio che osserva meglio, e la frase ”come non detto” che soppianta la speranza.Continuò ad osservarla, proprio cercando il dettaglio che l’avrebbe fatto ricredere. Stavolta però sembrava trattarsi proprio di una sosia, perché più la guardava, più si convinceva fosse lei.La donna vide il suo sguardo e, dopo un attimo, sgranò sorpresa gli occhi. Con un sorriso sulle labbra si avvicinò al piccolo tavolo circolare.«Vivo?» guardando l’uomo seduto con un trancio di margherita a mezza via tra tavolo e bocca.«Nessuno mi chiama così da almeno dieci anni. ...
    ... Allora sei proprio tu.»Viviano mise la pizza nel piatto e si pulì frettolosamente mani e labbra mentre si alzava.«Quanto tempo è passato?» Chiese con un sorriso radioso che faceva eco a degli occhi azzurri, scintillanti e cristallini.«Molto» rispose Viviano mentre la baciava sulle guance.In realtà ricordava esattamente il giorno del loro ultimo incontro. Lo portava stampato nella mente. Il disagio legato a quel ricordo non tardò a venire a galla, così, quella più sorridente, in quel incontro fortuito, fu lei: Valeria.«Ma forse aspettavi qualcuna?» Chiese lei, vedendo il sorriso iniziale di lui attenuarsi.«No. No. Pranzo sempre da solo. Quando pranzo.»«Ah ok, mi sembravi un po’ in imbarazzo.»Valeria sorridente e sicura, ed io in imbarazzo? Dieci anni sono propriotanti.Pensò Viviano, ripensando alla ragazza timida ed insicura, chiusa come un riccio, che aveva salutato dopo l’esame di maturità.La donna si tolse il cappotto, sotto indossava un gillet di lana con una camicetta rosa.Beh! L’abbigliamento èrimasto sullo stesso stile.Poi gli occhi di Viviano si soffermarono sul profondo scollo del gillet ed i primi bottoncini della camicetta tenuti sbottonati. Al momento lo sguardo non poteva andare oltre, ma era una concessione alla femminilità, che per quanto sobria, la ragazzina timida del liceo non si sarebbe concessa. Quella che aveva davanti, infatti, non era più tale, era una donna, matura e sicura, bastava un’occhiata a capirlo.«Ehi, ma che hai? Mi sembri in imbarazzo. Guardo ...
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