Disavventure in una notte di mezzo autunno
Data: 01/03/2021,
Categorie:
Comici
Autore: Ginnylinny, Fonte: EroticiRacconti
**** Racconto scritto sotto incitamento della cara Medea, la quale è sempre troppo generosa nel decantare il mio sarcasmo e lato ironico.**** Apro ufficialmente la rubrica: posta (malata) del cuore di Ginny. Titolo del capitolo: Disavventure di una notte di mezzo autunno “Ma Ginny, siamo in inverno!!” Direte voi, avete ragione ma il titolo l’ha scelto Medea e così deve rimanere. Sono nella mia auto, leggermente in anticipo, ma si sa ai primi appuntamenti gioco sempre un po’ con l’ora pattuita. “ Chissà come sarà dal vivo Davide”, mi chiedo con quella punta di curiosità mista ad adrenalina. Le sue foto mi hanno incuriosita, sguardo profondo e tratti scuri mediterranei. Non troppo loquace per telefono, magari avremmo più cose da dirci di persona:” tanto tu parli pure coi sassi, problemi non ce ne saranno “ mi rispondo. Arrivo al locale scelto da lui, mi piace far scegliere alla controparte. Terribile a dire poco: musica da piano bar urlata da una cantante:“ che possa diventare afona subito “ il mio caldo benvenuto mentre entro. Intercetto Davide, è come nelle foto e tiro un sospiro di sollievo. Mi muore in gola, quando vedo la maglia sotto alla sua giacca aperta: una gigantografia di Gatto Silvestro. Parte dallo sterno e termine sotto all’ombelico. “ quanti anni hai? Non ricordo ?” Gli chiedo. Mi risponde con un “33 compiuti”. Molto bene *leggere queste due parole col picco di sarcasmo più elevato che possiate trovare* Molto bene, ripeto tra me e me. Sono a metà strada da ...
... dove abitiamo rispettivamente, ma non conosco nessuno locale in zona. Gli chiedo se possiamo andare altrove, più che altro glielo urlo, purtroppo la tipa del piano bar ha ancora la voce. Oltretutto ci sono solo posti in piedi. “ si è offerto di scegliere dove andare, solo questo doveva fare e ha scazzato “ dentro sono furente. Usciamo nel parcheggio, cercando di mantenere la calma, gli chiedo di pensare insieme a qualcosa di alternativo a quel posto. Concorda come non sia consono alla serata e ammette che non ci era mai stato. Cavalchiamo sempre l’onda del “ molto bene “. “ Non preoccuparti ag pens mi ( ci penso io n.d.a.)” mi risponde slegando in dialetto. Mi sento come quello, che stando tranquillo, morì inculato. A saperlo mi sarei portata dietro del luan. Dopo una febbrile ricerca di un pub/osteria/birreria/DioSaSoloCosa dove trasferirci, la sentenza:” o adiamo in discoteca oppure al McDonald”. Ormai il dubbio mi diventa certezza: non è in grado di fare la lettera O col bicchiere. Molto bene. ( leggere nello stesso modo di prima) Tento di fare un minimo di conversazione: “ sono andata in ferie in Grecia quest’anno sai....” Mi interrompe “ odio chi va in ferie, non c’è tempo per le ferie bisogna lavorare. Chi va in Grecia poi, odio ancora di più”. Inizia un monologo interminabile: - inquinamento della pianura padana - Traffico - Le mezze stagioni che non esistono ( per Medea esistono ) - Cronaca nera del giorno Studio aperto levate, che qui abbiamo il nuovo giornalista ...