COME PRATO D'IRLANDA
Data: 02/03/2021,
Categorie:
Etero
Autore: dimashq
COME PRATO D�IRLANDASto sistemando gli appunti della giornata di lavoro, le dita veloci sul touch screen, mentre i gabbiani volano sul mare azzurrissimo emettendo i loro richiami.Ogni tanto alzo gli occhi, guardo le barche a vela che ondeggiano attraccate alla marina.Fa caldo, anche se il pomeriggio è già inoltrato, ho sete.Chiamo la cameriera.-Parakalò?--parakalò?Resto muto e immobile, come fossi una statua di sale, come se avessi visto un fantasma...Trovo la parola:- Mithos, a bottle, thank you.-Ma il fantasma è ancora lì davanti a me.La cameriera mi mette la bottiglia di birra sul tavolo, la prendo, verso un bicchierone abondante, sorseggio avidamente, spengo l�ipad; resto a fissare il mio fantasma.Riesco ad intravvederne gli occhi, occhi d�un colore verde intenso e raro.Conosco due sole persone che hanno occhi così, e sono lontane entrambe, una nello spazio, a due ore e mezzo di volo da qui, una nel tempo, sepolta da venti anni di vita passata.Un fantasma, appunto.Prendo la bottiglia e il bicchiere, mi alzo, lascio qualche euro sul tavolino.-Buon giorno signora, posso?Vedo due occhi d�un verde profondissimo scrutarmi prima con fastidio, poi con stupore, infine vedo un sorriso allargarsi:-si, certo! Ma ... tu qui? Ma quanti anni sono passati dall�ultima volta?-venti.Vorrei dire di più, ma non ci riesco, mi si secca la gola. -posso sedermi qui?-certo, certo, ma va che piccolo il mondo! Cosa fai adesso?Cosa faccio?Mi viene in mente Verdone �faccio cose, vedo gente�.- ...
... vendo plasticaIn realtà è un po� più complicata di così, ma tendo a riassumere.-E tu?- sono qui per un convegno di farmacologia...Ah, mi trovo a pensare.La signora è bella, e affascinante: lo è sempre stata, anche quando eravamo poco più che ragazzini.C�è stato un momento della vita, per lo meno della mia, in cui avremmo potuto essere i protagonisti del racconto �fosforo�, di primo Levi: solo che non eravamo seduti su di una panchina, bensì sui sedili di una vecchia automobile rossa, la mia.Ma vicini quanto un tiro di dado siamo stati.Un tiro di dado: poteva uscire 6, è uscito 1 e la cosa è finita lì.E� stato tanto tempo fa.Tanto.E sono successe tante cose.Troppe cose.Ma ogni tanto quel fantasma ha visitato i miei sogni, sono tornato a volte in quella vecchia macchina rossa.Il dado s�era fermato sul sei.Mah.-dai raccontami della farmacologia.Non m�importa un pico della farmacologia, nemmeno ascolto molto, mi limito a guardare quegli occhi verdi come prato d�Irlanda fra capelli color miele di lavanda che svolazzano nella brezza di mare.La farmacologia cede il passo alle solite cose: la famiglia, i figli, il lavoro, cosa fai e dove vai, dove andrai in vacanza.Siamo alla terza birra, le prime luci del tramonto sulla marina fanno luccicare i bicchieri di scintille rosse ed oro.Il sole cala in fretta in questa staggione.-Hai mai visto la baia di Salamina?La luce rossa del sole rende i suoi occhi quasi neri, ma in fondo baluggina un lampo verde cupo.-no, com�è?-bella, piena di navi e ...