A spasso nel tempo
Data: 10/04/2021,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Raccontando, Fonte: Annunci69
... turista gay per appartarsi nella camera da letto reale». Fu di nuovo Giorgio a parlare, credendo di riconquistare terreno e suscitare l’ilarità degli altri. Ma non ottenne successo. Anche stavolta, mosso da un’irrefrenabile desiderio di zittirlo, gli risposi a tono: «Giorgio, non ho bisogno del buio per scopare con qualche ragazzo»… usai un linguaggio più volgare, sperando di essere più incisivo... «non è che sei tu che, nel tuo inconscio, aspetti il buio per dare sfogo alle tue fantasie represse?». Stavolta provò a scaraventarsi su di me, ma fu bloccato in tempo dagli altri.
Dopo questa piccola gag ci recammo al castello. La strada che conduceva all’antico maniero era stretta e tortuosa e su ogni lato di essa erano disposti, uno accanto all’altro, alberi secolari le cui chiome si univano, intrecciandosi, a quelle della fila parallela di alberi, creando una specie di tunnel naturale che, nonostante fosse affascinante, suscitava un po’ di timore. Giunti alle porte del castello, notammo un gruppo di turisti che scendeva la scalinata a gambe levate. Alcuni ridacchiavano, certo, ma le loro facce non erano poi così rilassate come volevano far credere. Sentimmo uno che diceva: «figa, ma allora è vera sta cazzo di storia».
Alcuni del mio gruppo proposero di desistere e tornare l’indomani mattina. Io ed altri, invece, concordammo che quello che avevamo visto doveva essere uno scherzo ben organizzato per incutere timore ai turisti che giungevano. Decidemmo quindi di entrare. ...
... L’ingresso era ampio e le sue estremità, nascoste nella penombra, si intravvedevano appena. Le mie aspettative non restarono deluse: quello che stavo per visitare era davvero un castello medievale perfettamente intatto. Le uniche tracce dei secoli trascorsi erano costituite da spessi strati di polvere e ragnatele sparse sui lampadari e sui mobili. Pavimento e mura erano in pietra, il soffitto in legno e sui vari candelabri erano ancora posizionate le candele spente. Sembrava che ci fossimo appena svegliati una mattinata qualunque del 1200. Avanzammo lentamente. Nessuno di noi parlava. Un po’ per l’ammirazione, un po’ per la suggestione, procedevamo in religioso silenzio. I nostri passi rimbombavano per le stanze. Camere da letto, biblioteca, tutto era conservato perfettamente. Le finestre opache lasciavano filtrare poca luce e capimmo che, ben presto, sarebbero scese le tenebre. Solo allora parlai proponendo di cercare la sala grande. Non fu difficile trovarla avendo la mappa. Spalancate le ante della porta in legno massiccio, scolpite e decorate con ghirigori, ci ritrovammo in un immenso salone. Sulle pareti occidentali e orientali erano posizionate alte finestre bifore, e sulla parete perpendicolare ad esse un grandissimo camino nel quale potemmo scorgere alcuni tizzoni di legno, come se si fossero spenti da poco. Sul soffitto erano posizionati tre giganteschi lampadari stracolmi di candele. Quello che, però, ci lasciò senza fiato era il grande affresco posto sulla parete ...