Come è duro il pavimento
Data: 17/04/2021,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Lucien Rousseau, Fonte: EroticiRacconti
... culo con le ginocchia per scoprire il buco. "È bello dilatato. Non vedi l'ora? Ma io non te lo do il mio cazzo. Devi soffrire anche tu, lurida!". Lo implorai di scoparmi e non se lo fece dire due volte. Voleva fare il duro ma era un gioco e, si sa, il gioco è bello finché dura poco. L'importante era che durasse abbastanza lui da aprirmi per bene le viscere. Con un colpo secco riuscì a fare entrare il cazzo a metà nel mio culetto. Si mosse prima piano, per far allargare ancora di più l'orifizio e poi me lo sentii su, mi teneva le braccia attorno al collo e me lo sbatteva dentro. I colpi erano forti e il mio cazzo sbatteva sul pavimento, provocandomi dolore. Mi diede un cuscino e mi disse: "Ora fai la cagna e fammi godere senza rompere, altrimenti ti faccio male". Sentivo le palle colpirmi la prostata e volevo morire in quel misto di godimento e dolore. La posizione scomoda mi fece venire una fitta all'altezza dello stomaco. Si accorse delle smorfie di dolore e con il cazzo ancora nel mio culo mi portò verso l'armadio. Mi fece appoggiare le mani su una mensola e mi teneva lui le gambe continuando ancora a scoparmi con foga animalesca. L'armadio tremava e gli oggetti ...
... cadevano giù ma non me ne fotteva niente. Per farlo arrapare gli urlavo di andare più forte che mi stava piacendo, che era il mio vero e unico maschio, che aveva un cazzo meraviglioso... Mi disse nell'orecchio, con una voce rotta dall'affanno: "Ti sborro tutti gli intestini, troiaccia maledetta". Doveva pagarmela, però. Mi staccai da lui poco prima che mi venisse dentro. Diede un pugno di rabbia contro un oggetto sulla mensola e si spellò un dito, da cui usciva un po' di sangue. Mi spinse sul letto e mi infilò il dito in bocca: "Succhia che me lo guarisci. Guarda che hai combinato, odiosa scrofa!". Glielo succhiai come diceva ma in realtà di sangue non ce n'era quasi ma faceva parte della scena. Chiuse gli occhi e si iniziò a segare venendomi sulla guancia e sull'orecchio dopo qualche secondo. Anche il letto era sporco. Restò qualche momento con le pupille all'insù, senza dare segni di vita, ma era uno sfinimento apparente. Si fiondò sui miei capezzoli per leccarmeli e mordermeli, mentre con la mano mi segava piano piano. "Dai, la troia la sai fare bene. Il premio te lo meriti". Urlai "Vengo...sì, cazzo!". E gli riempii la mano di sborra. Ma non finì mica lì la serata...