1. Senza polemizzare


    Data: 20/04/2021, Categorie: Sensazioni Etero Autore: Idraulico1999

    ... mentre la sua mano afferrava il cellulare e il polpastrello individuando il tasto di soccorso sulla tastiera. Che cosa l�aveva al momento fermata? Lo stesso motivo che la spingeva ancora adesso cercando di rispondere con un sì, per chi non faceva che aggiungere una tacca dietro l�altra a ogni conquista, sì, una tacca, ecco che cos�era, perché giammai si era sentita più d�un segno sulla terra, considerato che ogni volta che lui la prendeva quell�incisione andava più a fondo, come se il suo sesso scavasse in lei una voragine da cui non sarebbe potuta risalire, o non avrebbe voluto, però era bello sprofondare là dentro abbandonandosi. Questa condizione se la ripeteva di continuo a occhi chiusi, nuotando nel buio delle palpebre. Il fatto &egrave che effettivamente non lo puoi spiegare a nessuno né com�&egrave né perché inizia. D�altra parte, l�aveva mai spiegato a se stessa? Perché si era fermata? Perché aveva deciso di mordere la paura? Perché lo aveva lasciato avvicinare? Non aveva risposte, se non la più ovvia. Lei lo rivedeva ancora quel sorriso impudente e strafottente, con la mano che flemmatica arrivava accanto a lei, saliva sul viso per scostarle una ciocca dalla fronte, neppure un passo indietro, nemmeno accennare una fuga, giacché c�&egrave un momento per ogni cosa. Da troppo tempo discuteva litigando e opponendosi sul destino, vittime o artefici, una questione giammai seriosamente risolta e di colpo si era trovata nella situazione giusta, al momento però poteva ...
    ... benissimo scegliere, ovverosia scappare, gridare, divincolarsi e persino farsi uccidere, malgrado ciò lei aveva scelto continuando a portare avanti la sua scelta senza ripensamenti di sorta.Lo scenario del parco allacciato dal fiume, una strada d�abbandonare in fretta mettendo distanza tra la vita di sempre e la propria, poi nient�altro, soltanto i tonfi leggeri della corsa sul viale, l�aria che entra nei polmoni, immagini confuse di alberi e di persone, fino a un là diverso di volta in volta, a sorpresa e sempre al medesimo posto: il suo ambiente, il suo territorio, senza discutere, con il suo �hallo� improvviso come un segnale che delimita recintando uno spazio. Lo strofinio marcato sul viottolo delle foglie appassite, il frantumarsi delle frasche, il rotolare dei piccoli ciottoli, il cuore che si dilata nel vuoto della mente, le labbra che disegnano la gioia d�esistere, lì in quel momento e il freddo, mentre quel velo che avvolge facendo accapponare la pelle e che scioglie i nodi facendo slittare quella tuta ingombrante. In questi frangenti il pensiero libero e licenzioso vola sfrecciando nella scia del destino, come una sfumatura diversa nella foschia del cielo, poi soltanto l�incrocio di braccia e di gambe avviluppate, la ricerca di pelle e la certezza d�essere il gioco di qualcuno abile per divertirsi, qualcuno che segna il suo possesso con uno schizzo tiepido dentro di lei, mescolandolo a ciò che in lei dice sì, soltanto e senz�eccezione di sì, completandone in conclusione lo ...