Quattro tori per due vacche (1)
Data: 26/04/2021,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: crigio, Fonte: Annunci69
È lunedì mattina e, dopo il finesettimana di fuoco passato nel locale di Andrea, si torna al lavoro. Arrivato in ufficio, mi rintano nella mia stanza e inizio ad esaminare le pratiche.
D’improvviso, sento un brusio provenire da fuori. Mi distraggo e mi innervosisco. Spalanco la porta per urlare qualcosa ai miei rumorosi colleghi, ma davanti a me non vedo nessuno. Mi volto a sinistra e, in fondo al corridoio, un capannello di persone sta facendo le feste a qualcuno. Mi avvicino e mi sovviene che per oggi era previsto l’arrivo di un nuovo dirigente. Scruto in mezzo alla folla, curioso, e, appena fuori dall’ascensore, compare la figura di un ragazzo moro, con un po’ di barbetta, in giacca e cravatta, che saluta tutti stringendo loro la mano.
Via via che si presentano, i miei colleghi si fanno da parte, finché non arriva il mio turno. Quando mi ritrovo faccia a faccia col nuovo capo mi sento mancare.
“Io questo lo conosco”, penso, e anche lui sembra sbigottito, tanto che inghiotte a fatica e quasi si strozza. Si allenta il nodo della cravatta e poi allunga il braccio per stringermi la mano, esattamente come ha fatto con gli altri. Ci salutiamo e poi qualcuno lo accompagna al suo ufficio, mentre io rimango in piedi vicino all’uscita rimuginando sul volto che ho appena visto.
Torno nella mia stanza, ma ancora non riesco a ricordare dove possa averlo incontrato. Eppure anche lui ha avuto un attimo di turbamento, quindi mi deve conoscere!
Mi siedo, ma non riesco a ...
... concentrarmi. Appoggio la testa allo schienale della poltrona e rifletto ad occhi chiusi.
Chissà perché mi torna in mente la scopata dell’altra sera al locale di Andrea e rivedo il viso dello stallone che mi ha montato nel privè.
“Oh cazzo!”, esclamo ad alta voce tirandomi su. “Ma è lui!”. Mi alzo e corro alla vetrata oltre la quale c’è il resto dell’ufficio. Sbircio attraverso le tendine: il nuovo dirigente si trova proprio nella stanza di fronte alla mia, ancora in compagnia di alcuni colleghi che gli descrivono la situazione della società. Lo fisso: non ho alcun dubbio! È proprio lui!
“E ora che faccio?”. Mi prende il panico. Poi ci penso: neanche lui ha intenzione di scoprirsi, quindi di che mi preoccupo? Anzi: è parso più sorpreso e sconvolto di me. Mi ha salutato in tutta fretta e si è lasciato trascinare via.
“Ma sì: posso stare tranquillo. Figurarsi se quello ha voglia di sputtanarmi e di sputtanarsi!”. Torno ai miei doveri e il tempo passa in fretta, preso come sono da tutte queste scartoffie. Un collega bussa alla porta e mi chiede se voglio andare a pranzo con lui, ma io rifiuto gentilmente: “Devo assolutamente finire un lavoro”, gli dico.
Dall’una e mezza alle tre l’ufficio si svuota completamente. Ognuno torna a casa per mangiare oppure si dedica ad altro. D’improvviso, però, due colpi alla porta mi fanno sobbalzare sulla sedia.
“Avanti!”, faccio, riprendendo fiato.
“Ciao…”, mi saluta timidamente Claudio.
“C… ciao”, rispondo intimidito.
“E’ ...