1. La Padrona


    Data: 01/05/2021, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: slaveDog

    ... sillaba o una consonante era pure peggio. All'inizio mi porto in una stanza discretamente grande con solo una sedia a centro, mi strattono per i capelli facendomi cadere ai piedi della sedia e a via di calci mi sistemo sdraiato - al tuo posto - mi disse, subito! - risposi, e di colpo il suo tacco m'infilzo tra una paio di costole, - perché - gridai, vidi il suo viso corrucciarsi di rabbia e sentii il suo tacco affondare nel mio fianco, gridai implorando pietà ma la padrona diventava furiosa, tolse il tacco ed in un attimo la punta delle sue scarpe mi colpi le palle, adesso avevo le lacrime agli occhi -faccio tutto quello che vuole - dissi - ogni cosa, per sempre - ribadii - ma la smetta - implorai - non avessi mai parlato iniziarono una sequenza di calci ai testicoli interrotti da colpi in faccia che facevano davvero male, ormai frignavo come una ragazzina, pensavo che mi volesse uccidere, o che sarei finito a mangiare omogenizzati da come sembrava indemoniata, decisi di non fare nulla, non parlare, non gridare, solo soffrire in silenzio, e la padrona inizio a calmarsi e non era per stanchezza se avesse voluto poteva continuare per ore. Mi ...
    ... camminava intorno, e mi colpiva per testare le mie reazione, un puntata sul fianco una schiacciata di dita della mano cosi. Un po per divertirsi un po per addestrarmi. Restavo nel massimo, silenzio immobile più che potevo, trattenevo tutto il dolore. Ecco, con le buone maniere anche tu riesci a capire - mi disse schiacciandomi la testa con un piede, continuo premere e girare la punta sul mio cranio, a certo senti le ossa scricchiolare, solo allora si fermo, mi strinse la bocca con la mano, vidi, all'improvviso, il suo meraviglioso volto a pochi centimetri da me, sentivo il suo profumo, provavo un'immensa gioia per essere suo e altrettanto terrore per quello che era libera di farmi. Fece un sorriso cosi bello e luminoso che mi poteva accecare, cosi mi sputo in bocca, lascio la presa e io sbattei la nuca a terra, mi lascio li, dolorante per colpi ricevuti ma soddisfatto di aver imparato la prima regola della mia vita da schiavo, 1: non parlare, mai, per nessun motivo. Tu Schiavo, sei un animale, un oggetto e questi non parlano, la mia saliva, uno dei miei frutti, sarà il tuo premio, accompagnata da calci e da qualunque altra cosa mi vada di fare con te. 
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