1. Godere in tutti i sensi


    Data: 05/05/2021, Categorie: Etero Autore: PseudoApollinaire

    Da qualche tempo io e un’anonima interlocutrice ci divertivamo a raccontarci via chat i nostri desideri sessuali più reconditi e apertamente sconci, sguinzagliando la nostra fantasia fino a superare dei limiti che volta per volta credevamo invalicabili. Queste nostre pepate conversazioni e i dettagliati resoconti delle relative masturbazioni erano letti anche da Martina, che si limitava a intervenire tramite commenti, peraltro assai coinvolgenti. La sorpresa fu grande (e gradita, tanto che il mio cazzo sollevò all’istante il capo in segno di assenso mentre leggevo la mail) quando senza preavviso di sorta Martina mi scrisse che avrebbe voluto mettere in pratica lei insieme a me tutte quelle “scopate creative” a distanza (così le avevo chiamate) di cui era stata fedele e interessata lettrice e che l’avevano infiammata per settimane, inducendola a sditalinarsi selvaggiamente in casa e persino fuori, non appena poteva farlo senza essere colta sul fatto (seduta al computer in ufficio, nei camerini di grandi magazzini, in toilette di ristoranti, ecc.), anche se il rischio che questo potesse accadere aggiungeva, come ben sapevo pure io, un’altra nota piccante al sollazzo autoerotico.
    
    Quando, a casa sua, mi imbattei in una donna intorno ai 35 anni, quindi una decina di anni meno di me, piuttosta alta, con un caschetto di capelli biondo-platino e un seno di dimensione e conformazione giuste, elegantemente vestita e con indosso dei sandali con tacchi a spillo (la mia passione) che ...
    ... valorizzavano dei piedi molto intriganti, decorati con tatuaggi sul dorso e con unghie smaltate di un rosso intenso, dello stesso colore della sua collana e dei suoi braccialetti (si era agghindata così perché era al corrente di una delle mie preferenze in materia di look femminile…), decisi che non era il caso di perdere tempo perché la giornata sembrava essere di quelle dove il tempo sembra sempre scarso. Del resto, quando lei rilevò il mio sguardo affascinato dai suoi piedi, entrò nella stessa gaudente ottica, e un minuto dopo eravamo tutti nudi sul letto, lei con le caviglie legate agli angoli (mi aveva fatto strategicamente trovare sul posto i lacci, amando, come me, anche il bondage), e il sottoscritto intento a dilettarsi con un bel paio di estremità femminili.
    
    “I tuoi piedi hanno un buon sapore sai, Martina?”, le comunicai mentre passavo la lingua in mezzo alle dita, assaporando nel contempo l’odore della pianta, che, per quanto velato dall’uso del sapone, restava sempre fortunatamente speciale e personale, e muovendomi verso di lei per piazzare il cazzo, che aveva già irrigidito i suoi 18 centimetri e con la cappella svettante, davanti al suo viso.
    
    Mi rimirava, sembrando apprezzare sia l’incombente fallo, che fissava bramosa, sia il mio fisico slanciato e asciutto. Intanto io mi beavo della vista del suo corpo, che avevo intenzione di festeggiare e godere in ogni modo e dovunque. Stuzzicai con le dita i suoi capezzoli, belli tesi, e poi le divaricai le gambe, ...
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