1. Olio di mandorle


    Data: 13/05/2021, Categorie: Gay / Bisex Autore: BlackInk, Fonte: Annunci69

    Sdraiati sul letto, le gambe incrociate e i nostri cazzi che pulsano l’uno contro l’altro. Le dita di Gio accarezzano le mie cosce, gli rendo il favore strizzandogli le chiappe. Sopra di noi le mani di Didì cingono i nostri sessi eccitati. L’olio di mandorle lubrifica il movimento e lo rende fluido mandandoci in estasi.
    
    Didì dice che vorrebbe averci dentro entrambi, contemporaneamente, ma che il suo culetto non è ancora così allenato. Per ora gli basta che lo scopiamo a turno. Sento un fremito attraversarmi la schiena ed esplodere nell’uccello. Il pensiero del culo di Didì mi incendia la mente e il corpo. Gio geme al tocco di Didì e il suo cazzo vibra contro il mio. È caldo e duro, un bel centimetro più lungo del mio ma un pochino più stretto con la cappella gonfia.
    
    L’uccello di Didì, invece, è sottile sottile. Uno di quei cazzetti da tenere con due dita. Ha il glande a punta, con la cappella poco evidente. Lo vedo alla mia destra, è dritto dritto, con le palle tese sotto la base.
    
    Stacco una mano dalla natica di Gio e lo afferro. Si perde nel mio palmo ma lo coccolo con cura. Sentirlo tra le dita è una bella sensazione.
    
    Didì ansima e mi sorride dalla sua posizione elevata. Intensifica il suo lavoro sui nostri uccelli e per poco non mi fa sborrare lì, come un bamboccio alle prime esperienze.
    
    Mantengo il controllo e tolgo le sue dolci mani dai nostri cazzi. C’è ancora molto da fare prima di raggiungere l’estasi completa.
    
    Tiro Didì a me e affondo nel suo ...
    ... culetto stretto. L’olio con cui mi ha inondato aiuta la penetrazione e in breve il suo calore avvolge tutto il mio uccello. Gli stringo le ànche per non perdere nemmeno un centimetro di quel paradiso. Mugolo di piacere e Didì si lascia scappare un urletto stridulo. Spero di non avergli fatto troppo male ma da come inizia a muovere il bacino intuisco che la mia asta gli piaccia, e non poco.
    
    Gio è in piedi e gli ha infilato il cazzo in bocca. Didì lavora di labbra, di lingua e di mano. Con una accompagna il movimento della testa, con l’altra stringe i coglioni di Gio che si tendono allo spasimo nel tentativo di non inondare quelle labbra afrodisiache.
    
    Gio ha un buona resistenza e si fa succhiare per bene prima di togliere la nerchia da quel nido di piacere.
    
    Io ho aperto la strada e adesso è il turno di Gio di cogliere il caldo frutto di Didì che si mette a pecorina e indica la strada. Gio punta la sua cappella gonfia e spinge, in due colpi è dentro fino al pelo. Didì si dimena come impazzito di piacere, muove il bacino e si sega l’uccello. Gli tolgo la mano e lo lavoro io per un po’. Lui mi sorride con gli occhi socchiusi, è proiettato in un mondo di lussuria e delizia.
    
    Lo lascio e voglio prendermi una parte di Gio. Lo abbraccio da dietro e gli stringo i capezzoli mentre lo bacio sul collo e gli lecco il lobo dell’orecchio. Appoggio il mio cazzo al suo ano e spingo leggermente. Gio rilassa i muscoli e mi accoglie dentro di sé. Il suo calore mi avvolge. Lo cingo con le ...
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