Eros
Data: 28/05/2021,
Categorie:
Sensazioni
Autore: chiara_
... sono testarda. Voglio farlo, qui ed ora.Rimango.Resto calma. Non lo raggiungo. Sto perfino zitta, al mio posto, benché lui sia a portata di voce. Non voglio alterarlo più di quanto non sia già.Ritorna.Si controlla. Non è calmo, ma si controlla.Bene.Gli chiedo se ha preso tutto. Sì. No. Ecco, manca ancora qualcosa. Si alza, va a prenderlo, torna.Ricominciamo.Ricomincia.Ma, con tutte queste interruzioni, adesso io ho male. Mi fa male. Ascolto il dolore, senza fermarlo. Ascolto il dolore, e mi ricordo di dover fare un bel pensiero. Penso all'amore, penso all'amicizia, penso alla gentilezza.Lui continua. Penso alla sofferenza - non è poi così difficile, viste le condizioni in cui mi trovo -, penso alla concreta capacità di alleviare la sofferenza. Prego di imparare a farlo, per gli altri, ma sul momento principalmente per me stessa.Nel perdermi nei miei pensieri, istintivamente chiudo gli occhi.Ora lui c'è solo attraverso il tatto, il contatto con la carne, le sensazioni che mi provoca. Il dolore si sta facendo meno intenso, più accettabile. Prendo un respiro profondo.Ma non è finita. Anzi, è appena iniziata, anche se ancora non lo so.In un misto di curiosità e di paura, vorrei guardare quello che mi sta facendo, vorrei piazzarci gli occhi, sull'arnese che mi sta entrando nella carne.Ma è in una posizione tale da impedirmi di godere dei particolari, con la vista.Inoltre, si è appena spostato leggermente. Questione di angoli, di ...
... millimetri, forse. Quanto basta perché il dolore torni a farsi sentire imperioso."Accidenti", penso, ma non mollo. E mi concentro sulla gioia, che in quel momento ha un nome, un cognome, un viso sorridente, e due occhi che splendono nei miei. è un ricordo talmente vivido e preciso, che è come se gli fossi realmente accanto.Infatti il dolore scema. E mi permette di fare l'ultimo passo, quello più difficile. Lasciarlo entrare dove, prima di oggi, non ho mai voluto. Dove, checché se ne dica, la sofferenza è molto più mentale che fisica. Nell' "inclusività" totale. Là dove la non-discriminazione è completa.Lì dove mi trovo ora, la lotta è con la mente. Il corpo segue, il corpo si adatta, il corpo accetta e accoglie... Solo dopo che la mente ha dato battaglia, ha faticato, ha pianto, ha urlato, ha sofferto... E alla fine ha capito di doversi arrendere. Cedendo.La vivo così: come se stessi lottando contro molti nemici. Nomi, visi, storie, alcune incredibilmente simili, altre diverse; alcune che non hanno lasciato traccia, altre segnate a fuoco nella memoria, altre ancora che appartengono ad un tempo che non è ancora... Ma che verrà.Tutte sono presenti in quel momento, mentre lascio che sia, mentre lo lascio fare, mentre mi scava dentro, mentre la pace che finalmente percepisco nella mente si riflette anche più giù, e mi permette di godermi quello che penso sia l'ultimo atto. Un gran bell'atto, a dirla tutta.Poi lui si toglie un attimo, come ad ammirare la ...