1. La mia storia con lui - Capitolo 5


    Data: 19/06/2021, Categorie: Gay / Bisex Autore: Aramis, Fonte: EroticiRacconti

    Capitolo 5 Autunno Invariabilmente vestite dei colori del fuoco e della terra, giravano sonnolentemente sopra la strada. Una caduta di foglie sopra la mia testa, solo una carezza silenziosa, scivolando e graffiando le mie orecchie intirizzite mentre il bisbiglio di brezza novembrina soffiava tra gli alberi. Vestito di una maglia marrone scuro e pantaloni cachi, sedevo sui gradini della scuola, aspettando che l’autobus arrivasse. Le mie dita piegavano il biglietto che tenevo tra le mani come un origami. Sempre più studenti entravano mentre si avvicinavano le quattro. La partita di pallacanestro era destinata a fare il tutto esaurito. La nostra squadra doveva giocare in casa contro i rivali cittadini. Sorrisi, anche se non mi interessava la partita era un piacere pensare di guardare quei giocatori sudati saltare e ricadere insensatamente. Ancora una volta mi rammaricai per non aver mai provato per la squadra. Avevo l’altezza, e pensare a... quelle docce del doposcuola, sarebbero state un sogno. Ciononostante non avevo tentato, facevo il tifo e guardavo le protuberanze che rimbalzavano durante la partita. Ma quel giorno invece avevo scelto di andare a casa e finire il romanzo che avevo cominciato. Inoltre, io non ero precisamente il brillante ritratto di giovane studente vivace. Francamente pensavo di star bene così. Ce n’erano abbastanza di “quelli” nella mia scuola. Il mio orologio diceva “tre e venti.” Cinque altri minuti e sarebbe arrivato l’autobus. Sbadigliai. Questi ...
    ... giorni di autunno, pensai, sono così felicemente pigri. Quei pensieri occuparono la mia testa finché qualcuno sedette vicino a me. Qualcosa di estraneo si infilò nei miei sogni ad occhi aperti e per un secondo lo detestai. Poi compresi che era Bruno, con un maglione nero e jeans, oh così deliziosamente stretti. Aveva un profumo delizioso, caldo ed invitante, eppure impeccabilmente virile. Guardai nel mare dei suoi occhi e sorrisi mentre gli dicevo: “Ciao”. Poi abbassai lo sguardo e fissai la forma disegnata dalle foglie sulla strada. Lui mi si avvicinò, il suo profumo mi faceva impazzire sempre di più. Ma dovevo perseverare e mantenni il mio silenzio finché l’autobus non di fermò. Quando mi sedetti sul bus mi chiesi perché dannazione aveva preso la briga aspettare il pullman, lui aveva la sua macchina. Mi confuse ancora di più quando saltò a bordo, diede un foglio di carta al conducente e mi oltrepassò sedendosi in fondo. Sospirai e pensai. Era passata una settimana da quell’incontro fatale di noi quattro in casa di Ben. Non ci eravamo parlati da allora. I nostri occhi si incontravano rapidamente ed sorrisi furono forzati. Infatti il “ciao” a Bruno di cinque minuti prima era la prima parola che gli rivolgevo da quel giorno. Ed ora ero seduto, confuso, nel mezzo dell’autobus, la porta si chiuse, il motore si accese ed il bus partì. Cosa stavo facendo? Avevo fatto “sesso” con quel bel ragazzo... ed ora, lo ignoravo? Avevo paura che fosse così… e non mi piaceva. Ma in qualche modo, ...
«12»