L'elettrauto che mi ha ricaricato le batterie nel retro
Data: 21/06/2021,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: GolaAccoglienteLT, Fonte: Annunci69
Da quando quattro anni fa la batteria della mia auto mi lasciò a piedi, di sera, fuori città, subito dopo un incontro galante, il mio peggior terrore, con l'avvicinarsi della stagione fredda, è che questo possa capitare nuovamente. Così, da allora, ogni anno non mi faccio trovare impreparato e faccio fare un bel check up al mio elettrauto di fiducia. L'ultima volta però, trovandomi fuori città ed invogliato da una campagna promozionale su internet, decido di far controllare la mia auto da un nuovo elettrauto. Era un pomeriggio di fine autunno, fin troppo caldo per la media della stagione. Il week end alle porte e quel pomeriggio nessun impegno. Decido così di recarmi dal nuovo elettrauto. Posteggio l'auto davanti la saracinesca alzata, nessun cliente in attesa. Ed ecco che mi viene incontro un marcantonio di un metro ed ottanta, poco più che quarantenne, ben piazzato, capelli sale e pepe. Stranamente non indossa la classica tuta tutta d'un pezzo che siamo abituati a vedere indosso ad addetti del settore ma è in abiti "civili", polo rossa e pantaloni di tuta Adidas blu. Gli spiego che vorrei far controllare il funzionamento della mia batteria, così mi invita ad aprire il cofano, ordine che prontamente eseguo. Inizia a sollevare fili, collegare cavi e il mio occhio finisce ripetutamente sul suo pacco. Ai più attenti osservatori non sarà di certo sfuggito che la tuta non mente.
E' sempre in grado di rivelare grossi calibri, anche se dormienti, e la posizione che ...
... l'elettrauto ha assunto, complice la tuta aderente, fa da complice. Non riesco a smettere di fissare quel carico sporgente a pochi cm dalla mia vista. Tanta è l'eccitazione che inavvertitamente sfioro il mio per redarguirlo ed invitarlo a contenersi in pubblico. Mi giro, cerco di distrarmi, guardandomi intorno. Torno ad osservare l'elettrauto ma l'occhio cade nuovamente lì ed ho come l'impressione che anche lui se ne sia accorto. Forse anche la mia faccia lascia trasparire qualche emozione e turbamento.
"Ok, ora sto facendo un controllo accurato. Se mi segui dentro, ti faccio vedere sul monitor del pc i valori che l'apparecchio che ho collegato sta rilevando.", esclama Giorgio, (scoprirò poi chiamarsi così).
"Va bene, ti seguo."
Passiamo per l'ampio garage adibito ad officina per recarci nel retro, dove immagino ci sia il suo ufficio col suddetto pc. Lui avanti ed io dietro qualche metro. Apre una porta e tenendola bloccata con la gamba mi fa cenno di entrare con la mano. La visibilità nel corridoio non è la migliore, complice la scarsa illuminazione. Varco la soglia della porta e senza rendermene conto mi ritrovo in un bagno. Di forma rettangolare, piuttosto lungo e spazioso. Un attimo di perplessità, mi guardo attorno e prima di poter pronunciare qualsiasi parola mi giro verso di lui e lo vedo alle mie spalle, gambe divaricate e pantaloni abbassati, mentre con la mano sinistra regge in mano un cazzo degno di questo nome.
"Ma cosa fa?" esclamo.
"Ho visto che lo fissavi. ...