1. Potrebbe essere mia madre


    Data: 22/06/2021, Categorie: Prime Esperienze Autore: Inchiostro&Miele

    Daniela è una donna bionda ed alta, dal corpo formoso; cammina sempre con le lenti da sole, forse per nascondere un piccolo difettuccio all'occhio destro. La conobbi durante un pomeriggio in palestra, era passata per accompagnare il figlio, per raccomandarlo agli istruttori. Ci ritrovammo fuori, per caso, lungo il viale alberato che porta dalla palestra alla strada. mi chiese a bruciapelo, come se non avvertisse quell'imbarazzo, dettato dal fatto che eravamo da soli, estranei, sotto un viale alberato che poteva essere lo scenario perfetto dei migliori film d'amore.; notai che non ci furono riferimenti al figlio, né ora né nel resto della conversazione. Questo mi fece pensare che volesse in qualche modo celarlo, come se nascondendomelo avessimo potuto avere un rapporto più paritario, quasi come se fossimo coetanei. Oppure, semplicemente se ne vergognava; era in quell'età nella quale dire di avere un figlio può far sentire vecchi. Arrivati alla strada dove era ferma la sua auto, mi propose. Fu a quel punto che capii veramente le sue intenzioni. Salii in macchina, con un po' di ansia (considerate che all'epoca ero ancora vergine). Lei percorse vicoli e viali, svoltò ad incroci e girò intorno a rotonde, finché non ci trovammo sotto un palazzo in mattoni, davvero curato, con le tende degli appartamenti tutte uniformi. mi disse,. Lì ebbi per un momento paura, non mi sentivo all'altezza, forse; ma credo che fosse una paura normale, di quella che prende tutti la prima volta che ...
    ... fanno sesso. Feci per ritirarmi, dicendo; dal momento che lei insistette, fui costretto a salire. L'appartamento era arioso ed illuminato, l'esposizione della casa era davvero mozzafiato; erano le diciotto e sembrava fosse mattina presto. Chiusami la porta alle spalle, in un lampo, Daniela mi si avvinghiò addosso. Il suo corpo caldo mi eccitava, ed il mio cazzo fu di marmo in un lampo. Mi stringeva forte, quasi senza lasciarmi respirare, ed io affondavo la testa nel suo collo, che profumava di madre. Mi trascinò sul letto, dove si sfilò i vestiti e rimase nuda, seduta sul mio bacino; il cespuglietto di peli neri, i seni gonfi e leggermente pendenti, dall'areola piccola. Avevo sempre pensato che il sesso fosse un gioco impari, che la donna fosse necessariamente sottomessa all'uomo. Daniela mi mostrò che mi sbagliavo. Era un diavolo e mi saltò sul volto, dove mi ritrovai immerso tra i peli, gli odori, i liquidi del suo sesso. Leccavo con gli occhi aperti, e non vedevo che un battuffolo di peli. L'odore dolce, nauseante, ammetto che mi disgustò; così quando lei decise che poteva bastare, mi sentii "sollevato". Mi stava sbottonando il pantalone, indemoniata, quando ebbi come uno scatto di orgoglio, di potenza, ed alzandomi la capovolsi sul letto. La toccavo. La schiacciavo. Sulle lenzuola. Sui cuscini. Salivava. Gemeva. Urlava gridava e fotteva! E il mio cazzo dentro di lei, nella sua fica, in una fica che aveva già partorito un figlio, in un corpo che aveva più del doppio dei miei ...
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