1. Sempre avvolgente


    Data: 26/06/2021, Categorie: Dominazione / BDSM Sensazioni Autore: Idraulico1999

    Era trascorso circa un anno da quella sera, dal momento che Sebastiana si era inginocchiata ai piedi di Fabio abbracciandone con le lacrime le gambe, implorandolo e scongiurandolo di non abbandonarla. Molte cose erano accadute e lei si era sentita sempre più importante e influente per lui, perché alcune volte scompariva per giorni, dato che la lasciava in uno stato di drammatica, di pietosa e di toccante malinconia, l�avvilimento, in quanto la demoralizzazione e lo sconforto l�avvolgeva sino a diventare ansia, poi all�improvviso ritornava nella sua vita più impetuosa e irruente che mai e tutto sembrava all�istante cancellarsi. Sovente s�agitava in lei quel segnale marcato e univoco, vale a dire il serpente della gelosia, giacché si domandava dove potesse essere e soprattutto con chi, per il fatto che avrebbe voluto chiedere tante volte, eppure si faceva forza poiché era informata e sapeva che non le era concesso né tollerato farlo. Lei arrivò persino ad annusare i suoi vestiti, la sua pelle, con il timore e la fragile speranza di comprendere cercando di leggervi qualche traccia, tuttavia non trovò altro che la sua fragranza, poi quella telefonata che le giunse improvvisa dopo molti giorni di dimenticanza e di silenzio assoluto:�Sebastiana, mi fa veramente piacere risentirti�.Di consueto, il suo tono non ammetteva né proteste né repliche, siccome era conciso e drastico, eppure avvolgente e penetrante come se l�avesse lasciata pochi minuti prima.�Dai cerca di vestirti, perché ...
    ... indosserai una minigonna molto corta, assieme a una camicetta trasparente e solamente delle calze autoreggenti, nient�altro d�intimo. Io passerò a prenderti stasera alle ventitré, mangia prima�.Lei tentò di replicare obiettando che non sarebbe riuscita ad andare a spasso dal quel palazzo dove abitava e perlopiù in quelle condizioni, perché se l�avesse vista qualcuno che cosa avrebbero pensato di lei? Il telefono era però già diventato muto, lei si rassegnò a eseguire, così mentre sceglieva i capi d�abbinare pensava come venirne a capo senza trasgredire cercando di non disattendere al suo volere, poi improvvisa in maniera insperata si presentò la soluzione: uno spolverino, uno di quei soprabiti leggeri che ben s�adattavano alla fresca temperatura primaverile. Quando giunse l�ora era già pronta da almeno quindici minuti, poiché sapeva che lui non prediligeva aspettare, il suono del citofono l�avvisò che era arrivato. Lui l�attendeva vicino all�auto, infine sentì i suoi occhi che indugiavano su di lei, poi alzò leggermente il mento dicendo:�Apri, sono qua�.Lei dischiuse il soprabito non senza aver lanciato uno sguardo furtivo circostante che non sfuggì allo sguardo spumeggiante di Fabio facendolo sorridere lievemente:�Brava, così stai molto bene. Vieni, sali in auto�.Con la sua solita gentilezza le aprì la portiera facendola accomodare e la richiuse. Lui era fatto così, perché amava che la sua schiava fosse disciplinata e obbediente, però al di fuori di certi frangenti diventava ...
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