Il vizietto di Marisa
Data: 29/08/2017,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Alianna, Fonte: EroticiRacconti
La mia amica Marisa è una bella donna. E' alta, formosa e le piace mostrare il suo corpo senza problemi, ovunque, creando anche forti imbarazzi. E' sempre al centro dell'attenzione: al ristorante, in discoteca, anche solo passeggiando per strada. Ama mettere in mostra ciò che la natura Le ha donato e lo fa senza pensare alle conseguenze. E le conseguenze non tardarono ad arrivare. Marisa era anche amante del buon sesso e alle volte, sprezzante del pericolo, la sera, camminava mezza nuda per una via periferica della città per farsi ammirare. Noi amiche Le abbiamo fatto presente i pericoli che correva ma lei ridendo ci rispondeva sempre: ma vaaa...qualche sguardo, qualche apprezzamento e al massimo scopo con qualche sconosciuto carino... Purtroppo le nostre sensazioni una sera presero forma. Un gruppo di uomini osservava Marisa da un pò e aspettava solo il momento opportuno per rapirla e farle passare una notte da incubo. Una sera Marisa, come suo solito, si preparò per uscire. Vestito scollato, corto, tacchi e trucco appariscente. Iniziò a camminare verso il centro con tutti che la guardavano come al solito. Era estate e faceva molto caldo. Si fermò a bere qualcosa con noi e poi decise di tornare a casa e io ebbi la malaugurata idea di accompagnarla Decidemmo, essendo in due, di fare una scorciatoia e ci fu fatale. Un camioncino si affiancò a noi e, aperto il portellone laterale, tre uomini ci tirarono dentro. urlavamo, ma all'interno del furgoncino non ci avrebbe sentito ...
... nessuno. Il guidatore si girò e disse: cavoli questa latra troia non era prevista ma meglio così ce ne sarà di più per tutti. Io ero terrorizzata ma Marisa disse...dai godiamocela e vedrai che andrà tutto bene. Ormai potevamo fare ben poco se non sperare che, dopo essersi divertiti, ci avrebbero lasciate andare. Ci portarono in un casale fuori città dove ci aspettavano altri tre uomini, in tutto 7. Erano incappucciati e parlavano piano, ci dissero: vogliamo solo divertirci un pò e poi vi lasciamo andare. Io ero terrorizzata ma cercai di darmi un tono, in fondo il sesso piaceva anche a me. Ci portarono in una stanza dove capimmo che non avremmo avuto scampo. C'erano dei cavi d'acciaio appesi al soffitto e delle gogne, si delle vere e proprie gogne in mezzo alla stanza. Gli uomini ci ordinarono di spogliarci e, di fronte alle nostre titubanze, ci strapparono i vestiti. Ricordo ancora la sensazione delle tette nude liberate dal vestito. Io ho le tette grosse e anche brenda e gli uomini furono compiaciuti di ciò Uno disse: ammazza che due mucche da latte...quella piccoletta poi ha le tette più grandi e sode che abbia mai visto. A questo punto ci legarono con le braccia alzate ai cavi d'acciaio e rimanemmo come dei pezzi di carne al macello, lì in mezzo alla stanza, nude, tenute legate con le braccia in alto. In quella posizione, inermi e nude, non avremmo potuto impedire loro di fare nulla. E infatti ci fecero di tutto. Iniziarono ad accarezzarci, a toccarci, a pizzicarci i capezzoli ...