Da turista a schiava - parte seconda
Data: 23/07/2021,
Categorie:
Etero
Autore: Roleplay93
... tirando con sé la mia schiava, appendendola e sollevandola da terra con circa trenta centimetri di distanza dal pavimento.
Gaia in lacrime prova a dimenarsi e a liberarsi inutilmente, urlandomi anche contro :” BRUTTO BASTARDO LIBERAMI SUBITO!”
A quell’ennesime parole offensivo con una totale mancanza di rispetto, la parte peggiore di me prende nuovamente il sopravvento dando nuovamente un forte schiaffo in viso alla ragazza spaccandole il labro inferiore facendola ammutolire, e urlando gli dico: “ CONTINUI A NON CHIAMARMI PADRONE! CONTINUI A RIBELLARTI E ADESSO ADIRITTURA MI OFFENDI! ADESSO TI LAVERO’ VIA LA TUA MALEDUCAZIONE!”
Faccio qualche passo indietro e prendo una pompa molto grande, apro il rubinetto e subito esce un fortissimo getto di acqua gelida che colpisce con talmente tanta forza la ragazza da farla dondolare su sé stessa come una trottola mentre è appesa e indifesa.
Punto il getto ovunque, prima in bocca, come per sciacquarla, poi punto il forte getto sul seno e sulla sua figa. Dopo circa 5 minuti di gelida agonia chiudo il rubinetto vedendo la mia schiava bagnata fradicia tremolante gocciolare abbondantemente.
Mi avvicino ad essa con un sorrisino quasi tetro e le urlo: “ SPERO CHE TU ABBIA CAPITO CHE DEVI CHIAMARMI PADRONE!” le dico mentre le alzo il viso in modo che i nostri sguardi si incrocino, ma il suo spirito sembra forte sputandomi sul viso e con voce stremata e infreddolita :” Fottiti…”
La mia risata diventa quasi perversa, un mix ...
... di emozioni psicopatiche mi attraversano il corpo, raccolgo con un dito la saliva dalla mia guancia e la porto sulle mie labbra gustando il sapore della mia schiava, poi ridendo e con tono basso le dico : “ lo hai voluto tu.”
Mi allontano con passo spedito verso un angolo buio della stanza, tornando spingo con me un carrello di legno cigolante stra pieno di strani oggetti.
Mi posiziono nuovamente di fronte alla mia schiava, le tolgo il guinzaglio lasciandole solo il collare, lo poso sul carrello e ne apro un piccolo cassetto da cui esce un lungo e grosso ago. Alla vista dell’ago Gaia inizia a dimenarsi preoccupata urlandomi “ COSA VUOI FARE! NON MI TOCCARE!”, io mi avvicino dolcemente al suo seno, la sua pelle e raggrinzita dal freddo e i suoi capezzoli turgidi e duri come il ferro, poggio le mie labbra su quel capezzolo gelido e le do una piccola succhiata, Gaia mi guarda con stupore e contrae le gambe come se avesse avuto uno spasmo di piacere ma, neanche il tempo di farle godersi quell'attimo che poggio la punta dell’ago sul capezzolo sinistro e lentamente inizio a fare pressione fino a trapassarlo completamente. Gaia spalanca gli occhi urlando di dolore, prova a liberare le sue mani e dimenarsi provando a prendermi a calci ma senza successo; una piccola goccia di sangue scende lentamente dal capezzolo, poggio la mia viscida lingua su di esso leccandola via e sorridendo, poi prendo un anellino d’oro dal carrellino, e lo infilo nel capezzolo. Le sue urla rimbombano in ...