1. Mio figlio -8- In cucina


    Data: 12/08/2021, Categorie: Incesti Autore: Una madre, Fonte: EroticiRacconti

    Non c'è che dire,mio figlio è davvero un ragazzo straordinario. E' bello,è aitante,è dolce,è educato ed è un amante perfetto. Nessun'altro prima di lui mi aveva fatto provare le sensazioni che lui era riuscito a regalarmi in così poco tempo. Quel giorno sotto la doccia era stato davvero meraviglioso come in un sogno. Avevamo fatto l'amore come in un romanzo rosa. Eravamo all'aperto,dove tutti potessero vederci e pioveva a dirotto. Gli altri ci guardavano chi con invidia e chi con aria severa aumentando così,la nostra voglia di trasgredire e gridarlo al mondo. Nudi,coperti solo dai nostri capelli appiccicati sulla pelle,eravamo abbracciati sotto lo scroscio d'acqua che accarezzava la stretta dei nostri corpi e col suo liquido suono accompagnava le nostre labbra ansiose di unirsi in sensuali e umidi baci ed i nostri stretti e smaniosi sessi eccitati. Scivolare verso il basso senza mai perdere il contatto con quel corpo meraviglioso mi aveva provocato dei brividi al solo pensiero di ciò che vi avrei trovato alla fine della corsa. Le sua verga già tesa e gocciolante d'acqua,pareva essere in attesa dell'arrivo della mia bocca ed al primo contatto con le mie labbra,si era contratto per poi rilassarsi ed affidarsi alle carezze della mia lingua e delle mie dita. Lo avevo imboccato subito e come in preda ad una incontrollabile urgenza,avevo cominciato a succhiarlo. Che meraviglia le sue mani sulla mia testa mentre lo scroscio mi scombinava i capelli facendoli ricadere sul membro ...
    ... teso e tra le mie labbra. Mio figlio che aveva capito che mi piaceva sentire il suo godimento oltre che dalle contrazioni del suo cazzo anche dalla sua bocca,ansimava forte ed accompagnava le mie escursioni con delicate ma precise spinte pelviche. Io gli stavo facendo un pompino e lui mi stava chiavando in bocca. Quando i suoi gemiti si stavano pericolosamente trasformando in rantoli,avevo mollato la preda e sollevandomi,gli avevo avvolto il collo con le mie braccia. Poi,rimanendo attaccata a lui come fossi un'edera con la sua pianta,avevo alzato una gamba e mentre lui me la teneva sollevata con una mano sotto la coscia,avevo accompagnato il suo inquieto uccello dentro il mio nido. I nostri corpi che sino a quel momento parevano scuotersi flebilmente sotto l'effetto ottico della pioggia torrentizia,hanno cominciato a vibrare,scuotersi,compenetrarsi e respingersi in una forsennata danza conclusa solo dopo che io avevo goduto per 2 volte e lui,abbandonandosi ad un grido liberatorio,aveva sparato a fiotti dentro di me,il suo carico di cremosa libidine. Quel getto d'acqua,ci aveva trasformati. Non eravamo più madre e figlio. Non appartenevamo più al genere umano ma eravamo semplicemente due bestie vogliose di accoppiarsi per godere come l'istinto ci imponeva. In quel momento entrambi sapevamo che quello avrebbe potuto essere il rituale d'accoppiamento per la riproduzione della specie. Fortunatamente(o sfortunatamente)ero protetta dalla pillola. Dopo la doccia io avevo indossato un ...
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