1. “Un amore troppo forte” parte 2


    Data: 13/08/2021, Categorie: Etero Autore: Isabella91, Fonte: EroticiRacconti

    ... mio monte di Venere. Carlo mi guardava dall’alto, dopo avermi spalancato le cosce con lentezza. Sentii l’istinto di coprirmi il pube disordinato e vi accostai una mano. Me la spostò e continuò a guardarmi. “E' questo che ti rende imperfetta”, mi disse. Mi toccò il ventre gonfio e teso, come per scaldarlo e darvi sollievo, mi strinse i seni, mi pizzicò i capezzoli. Osservai l’estensione della mia pelle d’oca lungo le braccia, il petto, le gambe. Le sue mani erano un guanto caldo. Sentivo il suo respiro entrarmi nelle narici. Entrò dentro di me con una spinta quasi disperata, tenendomi stretta e avvolgendomi il viso, piantandomi dentro gli occhi. Sentivo i brividi corrermi sul corpo come granelli, riempita dalla sua carne, in un gusto agrodolce di piacere e crampi. Poi si ritrasse per un attimo dalle mie cosce. Sentii colarmi addosso un liquido caldo, un misto di sangue e umori. Un odore pungente e metallico invase la stanza. Carlo respirò a fondo. Mi asciugò con un panno. “Mi piaci sporca. Di te mi piace perfino il tuo sangue”. Si masturbò in ginocchio sul letto, guardandomi negli occhi. Aveva uno sguardo buio, arreso. “Tu mi fai paura”, soffiò. “Mi fa paura quello che mi susciti”. Respirai forte. Non mi stava toccando, ma sentii il suo piacere come se fosse il mio. Respirai con lui, ...
    ... trattenendo l’aria nello stesso momento. Con una mano si stringeva con forza, con movimenti veloci, con l’altra mi cingeva il viso, carezzevole ma amaro. “Maledetta”, ripeteva. “Maledetta”. I suoi occhi si persero, ruotarono per un attimo verso un’immagine lontana. Mantenni lo sguardo con violenza per non abbandonare un attimo del suo conflitto. Venne. Fu come un pugno, una spinta su una strada. Fu come un pianto. E lo abbracciai. Lo strinsi su di me, sulla mia pancia, sul sangue, sul suo stesso sperma, come una morsa. Vi restò respirando a bocca aperta, come un rantolo, gli occhi serrati. Tornò alla vita, il suo sguardo riprese forma. “Toccati”, mi ordinò. Aveva una voce greve, diversa. Eseguii, lui mi prese il collo. Mi toccai dapprima piano, quasi con pudore, senza guardarlo. “Guardami”, disse a voce più alta. Lo feci. Mi strinse più forte. Mi mossi più velocemente, lui strinse ancora. “Di più”, proseguì. Sentivo l’orgasmo incombere, pieno, invadente, e desideravo ritardarlo il più possibile. Iniziò a mancarmi l'aria, fui costretta a toccarmi con più forza. Carlo avrebbe aumentato la presa. Venni. Lui mi lasciò il collo. L’aria mi pervase d’un tratto, aprii i polmoni, respirai a grandi boccate. Sentivo il cuore martellarmi in petto. Mi accarezzò i capelli scostandomeli dalla fronte. “Brava amore mio”. 
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