1. Il mio schiavazzo


    Data: 08/01/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: MissL

    -Vieni qui cagnetta- gli dissi non appena feci ritorno a casa. Lui si avvicinò senza esitazione stringendo in bocca il guinzaglio legato al collare che gli avevo donato, abbassò gli occhi non appena arrivò sotto le mie gambe e chinò il capo in cerca di una carezza, ma tutto ciò che ricevette fu un calcio che lo fece cadere di schiena. -Pensi di esserti meritata una mia coccola sudicia e lurida cagna? Te la dò io la risposta: NO. Sai perchè no cagna?- continuai ad inveire guardando i suoi occhi sottomessi -Perchè non hai risposto al telefono quando prima ti ho chiamato. Perchè non l'hai fatto cagna? Eri a farti le seghe in bagno? Fammi vedere se hai le palle piene- Allargai con i miei stivali le cosce, non curandomi della terra che gli stavo lasciando addosso, Appoggiai il tacco dello stivale a pochi centimetri dalle sue palle indifese e sotto i suoi occhi supplicanti cominciai a premere con la punta. -Mi sembrano vuote- commentai mentre continuavo a premere non più dolcemente su di esse. I suoi occhi si fecero lucidi. -Allora cagna? Ti stavi facendo le seghe?- Non rispose, sintomo che quello che gli stavo facendo non gli bastava. Premetti ancora di più schiacciandole come se fossero un qualsiasi oggetto che si frapponeva tra me e il pavimento. -Sì Padrona, mi mancavate e mi sono toccato- balbettò allo stremo delle forze sperando che io lo liberassi dalla mia morsa. Sorrisi e poi tornai seria -Male, molto male cagna, come ti sei permessa?- -Mi scuso Padrona, giuro che non lo ...
    ... farò più- Sapevo più che bene che lo avrebbe fatto, era una cagna ancora inesperta, aveva molto da imparare. Mi chinai per raccogliere il capo del guinzaglio e senza dargli tempo per pensarci lo trascinai per casa. Arrancò provato per il dolore che gli doveva pulsare tra le gambe, ma mi seguiva in silenzio cercando di assecondare i miei passi veloci fatti per farlo cadere. Lo portai in bagno e lasciai che prendesse la sua posizione di seduto mentre io aprivo l'armadietto. Avevo ben in mente quello che volevo fare e la sua disobbedienza sarebbe stata solo un pretesto per il mio piacere, amavo vederlo inerme sotto il mio controllo e tra poco ci si sarebbe trovato. -Voglio che ti fai una sega. Qui. Adesso.- Non lo guardai nemmeno mentre tentennava nell'esaudire il mio ordine, continuavo a preparare quella che sarebbe stata la sua dolce tortura. Lo sentii trattenere gemiti alle mie spalle finchè con voce strozzata mi chiese -Po posso ve venire Pa padrona- -Certo cagna, a terra, davanti a te, poi pulisci tutto- -G grazie Pa padrona- Rantolò e l'attimo dopo, quando mi voltai, aveva già il muso a terra pronta a pulire il suo schifoso seme. -Visto che adesso sei vuoto, sarà facile mettere questa qui- Gli feci mostra del mio regalino ed invece di esserne terrorizzato era quasi felice. La gabbietta argentata sfavillava nelle mie mani ed i suoi occhi brillavano con essa. Mi misi i guanti in lattice per trafficare con quel cazzetto moscio che gli pendeva ormai dalle gambe. Inserii con ...
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