1. Vecchie storie di caserma


    Data: 24/08/2021, Categorie: Prime Esperienze Autore: RedTales, Fonte: Annunci69

    ... calzini, slip e maglietta. A quel punto iniziò a denigrare il mio fisico e mi obbligò prima a togliermi i calzini e poi la maglietta. Ormai ero in mutande e lui, continuando ad inveire, mi girava intorno, allungando, di tanto in tanto, un ceffone sulle spalle, sulle gambe o sul culo. Ero frastornato ed impotente.
    
    “Scommetto che non hai neanche i coglioni!” ringhiò prima di infilarmi la mano dentro lo slip. Istintivamente mi piegai in dietro, facendolo sbraitare ancora di più perché non sapevo stare sull'attenti. Quindi mi strappò l'indumento e, continuando a girarmi attorno prese a dubitare della mia virilità. E, con un “riposo ragazzo! Riposo. Fammi vedere quanto sei uomo” mi invitò a masturbarmi per provocare un'erezione. Mi misi a farlo mentre lui mi fissava. Sarà stata l'emozione, la situazione, ma dopo diversi minuti non era successo un granché. E quindi, anticipando il suo gesto con un “serve una mano?”, si impossessò del mio cazzo e, dopo averlo stretto forte iniziò a lavorarlo. Anche se la presa era rude, era evidente che sapeva come tenere e muovere la mano, perché, in breve, mi fece raggiungere quello che mi aveva chiesto. Ma questo non gli bastò, continuò ad oltraggiarmi per le misure di pene e testicoli e per il poco pelo. Intanto si era spostato dietro di me e, continuando a masturbarmi, mi gridava nell'orecchio ogni cosa che gli passava per la testa. Poi il movimento da lento, divenne più rapido e, nonostante l'incredibile situazione, quella stimolazione ...
    ... manuale… raggiunse il risultato che lui evidentemente si aspettava: ebbi una copiosa eiaculazione che si interruppe bruscamente per la ferrea stretta che mi diede.
    
    “Che cazzo hai fatto? Cosa sei una troia? Una cagna in calore? Chi cazzo ti ha detto di sporcare con quella merda che hai fatto uscire...” E queste furono le frasi più… gentili. Provai anche a lamentarmi perché la presa mi stava facendo male, ma ottenni solo una strizzata ancor più decisa.
    
    Quando mi lasciò mi portò la mano davanti agli occhi. Era infuriato perché lo avevo bagnato. Mi costrinse a leccargli tutta la mano e quindi decise di darmi una lezione per quello che avevo fatto. “Una lezione che ti ricorderai per un pezzo, piccola merda...”
    
    Capii che era arrivato il momento in cui mi avrebbe inculato. Non lo volevo, ma non potevo oppormi. Mi spinse e mi piegò la testa e il busto sul tavolo continuando a gridarmi di ubbidire e di stare fermo. Si mise al mio fianco e si tirò rapidamente fuori l'uccello. Era grosso, almeno più del mio, abbastanza lungo e con molte vene in rilievo che lo ricoprivano. Lo sbatté due o tre volte vicino alla mia faccia e quindi me lo spinse sulle labbra. “Apri, stronzo, così poi ti entra meglio!” Non fiatai e me lo lasciai spingere tutto dentro. Prima si puntò sulla guancia, poi scivolò verso la gola e infine dopo qualche altro assestamento, cominciò a scoparmi in bocca e mentre lo faceva mi schiacciò la testa contro il tavolo per farmi stare fermo. Era grosso e lungo, lo sentivo ...
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