1. Un caffè bollente


    Data: 30/08/2017, Categorie: Etero Autore: sobored, Fonte: RaccontiMilu

    Io e Lip vivevamo insieme. L�avevo scelto come coinquilino perché ero stanca di persone che non si facevano i cazzi loro e pretendevano che mi facessi carico delle loro difficoltà. Ero stufa delle cose che la gente si aspetta. Quindi scelsi lui. Semplice, crudo e diretto.Già dalle prime settimane notai che non gli dispiacevo. Più lui mi rivolgeva quello sguardo dato dal sangue che non scorre al cervello, pi� mi abituavo all�idea di sconfiggere la noia, lasciarmi andare a qualcosa di crudo e sincero come il desiderio carnale. La mia formazione ha creato in me molti complessi e molte perversioni che non sapevo coniugare. Il cattolicesimo ortodosso sa scavare nelle menti. Una volta abbandonato rimangono le inibizioni. Ma lui. Lui era talmente sensuale e intraprendente da abbattere ogni remore razionale. Il suo sguardo che trasudava sesso e desiderio mi faceva bagnare e dimenticare ogni paura.Quella sera ero pronta per andare a ballare. Jeans neri attillati, che esaltavano il mio culo pieno, abbinati a un body con inserti trasparenti che decisi di indossare con soli copri capezzoli. Tanto la mia terza stava su da sola. Truccata, vestita e profumata entrai in cucina per farmi un caff&egrave. Lui stava cenando. Subito il suo sguardo cambiò. Mi fece una radiografia. Dallo stivale con il tacco fino alle ciglia esaltate dal mascara. Passando per i pantaloni attillati e l�incavo del seno. Io feci finta di niente mentre preparavo la moka, ma sicuramente il mio sguardo tradiva la mia ...
    ... voglia. Lip mi chiese della mia serata. E mi disse che avrei dovuto fare attenzione, in discoteca non bisogna fidarsi di nessuno. Gli risposi che sono meno ingenua di quel che sembro. Mi rispose che lo sapeva e che però l�alcool può offuscare chiunque. Intanto avevo messo su la moka e la conversazione si faceva più lenta, c�erano pause tra le mie risposte e quelle di Lip. Non tutto il sangue arrivava al suo cervello. Dopo un lungo silenzio sentii la sedia spostarsi e in una frazione di secondo mi abbracciò da dietro. Io non opposi resistenza, dissi solo un �Lip � che tradiva tutta la mia e eccitazione. Lui mi stringeva i seni e premeva la sua erezione contro il mio culo. Il mio respiro si fece più rumoroso e le sue mani più audaci. Si insinuarono dentro i pantaloni fino al clitoride. Iniziò a massaggiarlo sopra al body. Io ormai ero andata. La razionalità era dimenticata. Premevo il mio culo sul suo pacco duro mentre lui mi leccava e bacia prima il collo e poi le orecchie. Iniziò a slacciarmi i jeans, me li tolse nonostante gli stivali con il tacco. Poi mi girò, spense la moka, si appoggiò al piano di lavoro della cucina emi strinse a sé saggia do il mio culo. Era il momento di tirarsi indietro, o andare fino in fondo guidata dall�esperto desiderio di Lip. Mi fermai e lo guardai con una punta di rimprovero, lui sorrise beffardo. Allora gli slacciai i jeans e iniziai ad toccarlo da sopra i boxer, il suo sguardo diceva tutto. Aveva quell�espressione quasi persa di chi vuole solo ...
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