Una giornata particolare
Data: 28/01/2018,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: Mauro1005, Fonte: Annunci69
Prefazione.
Salve a tutti. Con questo mio racconto, di pura fantasia, inizio un cammino documentale in cui, attraverso la narrativa, racconto le mie perverse fantasie, che ho sempre sognato e che avrei voluto mettere in pratica. Ogni racconto avrà una fine definita; i racconti successivi non necessariamente saranno la continuazione del precedente.
AVVERTENZA: Ogni racconto è di pura fantasia e ogni nome o fatto raccontati sono di pura fantasia e casuali; e nel caso qualcuno si identificasse nei racconti, anche quello è del tutto casuale.
Detto questo buona lettura e buon divertimento.
Ciao a tutti. Il mio nome è Evelina e ho 18 anni, sono una studentessa. Sono orfana di entrambi i genitori da quando ero piccolissima, per colpa di un drammatico incidente da cui mi salvai solo io, e fui affidata ai nonni materni. Questi ultimi mi hanno cresciuto a pane, scuola e Chiesa, quindi potete immaginare come alla mia età io sia. Mi descrivo: sono alta 179 cm, ho una terza di seno abbondante, un culo pronunciato ma ben proporzionato su due cosce e gambe longilinee, capelli biondi lunghi sempre portati a coda di cavallo. I nonni materni e io vivevamo in una città di circa 40 mila anime.
Tutte le mattine prendo un treno che mi porta alla grande città dove e situata il liceo da me frequentato. Ed è su questo treno che una mattina ha inizio l'avventura capitatami che vorrei raccontarvi.
Stavo seduta nello scompartimento, a fianco vi era un posto libero, io quella ...
... mattina avevo indossato una gonna a portafoglio con una maglia di lana a collo alto e come indumento intimo portavo un bel reggiseno a balconcino e una mutandina sgambata, tutti e due color fucsia. Ad un fermata ferroviaria salì un uomo che si sedette affianco a me. Era un uomo sui 50 anni, capelli leggermente brizzolato, un corpo che anche se vestito si vedeva che era asciutto, aveva una leggera pancetta, però, che lo rendeva ai miei occhi molto sensuale. Una volta seduto comincio a fissarsi e ad un certo punto attacco bottone dicendomi:
“piacere, mi chiamo Dalmine.
E lei invece, se mi posso permettere?”
Io risposi quasi in automatico “mi chiamo Evelina, piacere” e dicendo così allungai la mano destra verso la sua per stringerla.
Cominciammo a parlare del più e del meno, e a un certo mi chiese che cosa andavo a fare in città, al che io risposi che andavo al liceo classico, facendo però capire che quella mattina ci andavo controvoglia. A quel punto notai che in mezzo alle gambe aveva un grosso borsone in pelle a cui prima non avevo fatto caso. La cosa mi porto alla curiosità di chiedere che tipo di mestiere facesse.
Mi rispose che faceva il rappresentante all'ingrosso di materiale erotico. A quella risposta rimasi un attimo basita e diventai rossa in viso per la vergogna, al che lui mi prese una mano e con fare delicato mi disse che non dovevo sconvolgermi perché quello era un lavoro come un altro e che lui lo faceva volentieri.
Poi lui quasi come se mi venisse ...