1. Budapest (4)


    Data: 06/02/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: crigio

    ... al glande e rimane così qualche secondo. D’improvviso, un fuoco mi pervade le viscere: la nerchia mi riempie completamente lo sfintere e la mia prostata viene martellata con violenza. Non una, ma diverse volte. È come se Csaba scaricasse tutto il peso del suo corpo nei miei intestini, tanto che, ad ogni colpo, mi sento scorrere sul letto verso la sponda.
    
    “Amore!”, mi sussurra Enrico. “Ma vedo che hai un buco libero!”, e con uno scatto felino mi monta sul petto sbattendomi la sua mazza in faccia. Non mi ero accorto che fosse nudo: deve essersi spogliato mentre ero svenuto. Mi tappa il naso stringendolo con le dita e mi costringe ad aprire la bocca. Mi spinge il cazzo nelle fauci e, piegandosi in avanti e appoggiandosi con l’altra mano sul letto, comincia a stuprarmi fino in gola. Poi, lascia andare le mie narici ed io inspiro avidamente, mentre lui continua a cavalcarmi la faccia con violenza.
    
    I due stalloni abusano dei miei due buchi, incuranti del mio piacere, ma preoccupandosi solo del loro. La saliva inizia a fuoriuscirmi dalle labbra e riversarsi sulle guance e sul mento. Sto insozzando il pelo pubico di Enrico che, come posseduto, mi sbatte il ventre contro il muso, mentre, contemporaneamente, sento quello di Csaba percuotermi le natiche con la stessa potenza. D’un tratto, la mia gola si gonfia e quasi non respiro più. Il mio stomaco si riempie di un calore che cresce ad ogni affondo dell’ungherese. Mi sento come quegli ...
    ... elettrodomestici con batteria ricaricabile collegati ad una presa della corrente: ad ogni colpo la mia carica aumenta e so che presto esploderò.
    
    La bava continua ad uscirmi dalla bocca e mi ottura le narici. La mancanza di ossigeno mi fa stranamente provare sensazioni più dirompenti: un colpo improvviso al petto mi fa sobbalzare sul letto, e poi un secondo più violento del primo. Altri ne seguono e spaventato porto le mie mani al petto di Enrico, cercando di spingerlo via. Lui mi afferra i polsi e, allargandomi le braccia, mi ammanetta al letto con le sue mani.
    
    “Sta’ fermo e godi, puttana!”, mi insulta, ormai preda totale della lussuria. Quasi insieme, i due cazzi si gonfiano: quello di Enrico mi irrora la gola di caldo e succoso nettare, mentre la minchia di Csaba viene espulsa dal mio sfintere e spara abbondanti e lunghi fiotti contro la mia rosellina. Poi, l’ungherese precipita per l’ultima volta dentro di me, dilaniandomi le viscere, per svuotarsi definitivamente i coglioni nelle mie parti più intime.
    
    “Sei stato grande!”, sibila il gigantone ad un mio orecchio, quando, scaricatosi completamente le palle, mi smonta di dosso e si sdraia accanto a me, che giaccio stremato in uno stato di semi-incoscienza. Le mie cosce sono ancora aperte e Csaba ci si sta abbeverando, ripulendomi della sua sborra. Infine, i miei due stalloni si caricano il mio peso e mi conducono al bagno, dove mi lavano e mi asciugano. Poi si fanno una doccia e ci rivestiamo.. 
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