Una mamma perfetta
Data: 07/02/2018,
Categorie:
Etero
Incesti
Autore: dolceIncesto, Fonte: RaccontiMilu
... che stavo spiando lei e mio padre dalla porta della loro camera, mi divertì sentire lui che, in piedi davanti a lei e col cazzo che andava avanti e indietro nella sua bocca, si lamentava perché senza quei capelli lunghi non sapeva più come muoverle la testa in momenti come quello. Trattenni una risata, ma per farlo sbuffai rumorosamente, così tornai come un razzo in camera mia e non seppi se mi avessero sentito oppure no.Quando avevo vent'anni, successe qualcosa di grosso. Mio padre me lo raccontò solo qualche anno più tardi: aveva tradito mia madre con la propria cugina.All'epoca mi fu chiarissimo che qualcosa non andava, ma non conoscendo questo retroscena, assistetti solo ai loro litigi (e già era grave, perché prima litigavano pochissimo), a settimane intere durante le quali mio padre non rientrava a casa, ai pianti di mia madre che cercavo di consolare con tantissimi, inutili abbracci. Chiesi più volte a entrambi, soprattutto a lei, cosa stesse succedendo, ma mi dicevano solo che in una coppia arriva prima o poi una grossa crisi, ma che loro si amavano ancora, quindi non dovevo preoccuparmi perché tutto si sarebbe aggiustato... Le solite cose, insomma. Ovviamente a vent'anni non ci si lascia più convincere da queste frasette di circostanza, ma pensai che dopotutto erano affari loro e la miglior cosa che potevo fare era continuare a vivere la mia vita aspettando di vedere come la cosa sarebbe finita.A dire la verità, nonostante io volessi bene a mio padre, la cosa che mi ...
... dispiaceva non era la possibilità della loro separazione, ma il fatto di vedere mia madre che stava così male. Lei aveva 39 anni e io ero un ventenne che l'aveva sempre vista come la donna più bella del mondo. Dato che ero un tipo sveglio e a quell'età non mi facevo problemi su niente, a un certo punto pensai che, se abbracciare mia madre per mesi non l'aveva fatta sentire meglio, dovevo cambiare strategia: così, senza sapere veramente dove volevo arrivare, decisi di non trattenere più i complimenti che da sempre avrei voluto farle. Certo, non potevo essere esplicito quanto avrei voluto, ma qualche apprezzamento la avrebbe senz'altro tirata su di morale.Così, durante la sua ennesima crisi di pianto in un periodo che mio padre era fuori casa, invece di abbracciarla le accarezzai il viso e dissi �è raro vedere un angelo piangere�. Fu un complimento forse eccessivo, anche fuori luogo data la situazione, ma dopo un momento in cui restò immobile, lei rise, non smettendo di versare lacrime. Poi il suo sorriso si spense e disse �non sono un angelo, sono uno schifo� e io risposi �se fai schifo tu, pensa a quanto fa schifo il resto del mondo�. Lei mi guardò con gli occhioni bagnati, mi prese il viso tra le mani e mi dette un bacio su una guancia con le sue labbra umidissime, tenendole così attaccate alla mia guancia per almeno un minuto. Quando si staccò, ancora guardandomi con i suoi occhioni mi disse singhiozzando �sei tu il mio angelo�. Da lì scherzammo per un po' su chi di ...