1. Una frusta per giò


    Data: 08/02/2018, Categorie: Etero Autore: Honeymark

    ... mettersi in posizione per appagare il desiderio che provo per lei. Ma volevo stare al gioco fino in fondo.
    
    Come sempre avevo messo un po’ di musica, stavolta dei Pink Floyd, “one of the next days”. L’atmosfera ora era giusta.
    
    Passai nuovamente il gatto tra le natiche e lei ebbe un brivido. Allontanai la mano, caricai il braccio e con tutta la forza la colpii dal basso all’alto, leggermente di traverso. Non si sentì il rumore, ma avevo atteso il momento giusto dei Pink Floyd.
    
    Ebbe un sobbalzo fantastico, come se la avessi colpita con la frusta da bue. Le natiche avevano ballato sconciamente al passaggio delle code ed entrambi provammo un vergognoso senso di piacere malvagio.
    
    Aveva tirato di scatto la testa in dietro, ma non si era lamentata.
    
    Le diedi subito il secondo colpo e lei sobbalzò spalancando la bocca senza emettere urla. Le natiche, tremanti, parlavano per lei.
    
    Il terzo colpo lo diedi con precisione professionale. Volevo che sentisse male e che per questo mi fosse grata. Non urlò. Sbatté la testa a destra e a sinistra, come per dire no, sbavando e lacrimando.
    
    Al quarto colpo lei allargò le braccia e guardò in su, come per invocare l’Onnipotente, ma non si scostò. Le natiche sbattevano come se applaudissero i colpi ricevuti.
    
    Il quinto colpo glielo diedi a due mani, in modo da allargarle le natiche e vederle il buco del culo per una frazione di secondo.
    
    Lei, per tutta reazione, si girò verso di me, braccia sopra la testa, gambe divaricate. Lo ...
    ... presi come un invito e le diedi un colpaccio di gatto agli inguini in modo che la figa si sentisse brutalizzata. Gridò di piacere e poi corse a mettersi in mezzo alla stanza e a quattro zampe sul tappeto. Poi allargo il più possibile le gambe.
    
    Le diedi uno stupefacente colpo di gatto impattando figa e culo, che fece impazzire entrambi. Poi buttai la frusta e mi gettai a lei. Mi aiutai con la mano e glielo infilai di brutto, come entrambi volevamo. Poi proseguii con più calma per trarre il massimo piacere. Ci godevamo il pene che scivolava dentro e il contatto del mio basso ventre al suo culo bollente. Spingevo sempre più a fondo, finché lei non cominciò a dare colpi di bacino, come una cagna in calore. Il mio movimento la fece venire come uno stantuffo.
    
    Una volta sopiti i suoi colpi di bacino, sfilai l’uccello e glielo portai al buco del culo. Ebbe subito una reazione d’istinto, come se volesse venire di nuovo, ma si placò e potei sodomizzarla piano ma con ineluttabile veemenza.
    
    Reagiva come se continuassi a frustarla, perché per lei la dimensione del mio cazzo era come se la stessi impalando. Il suo buco del culo era stretto. La cosa la faceva impazzire, ma le pareva di essere sfondata. Sapevo di dover agire con delicatezza, anche se sodomizzare non conosce questa parola.
    
    Giunto in fondo, aspettai che fosse lei a reagire.
    
    E difatti, dopo un po’ cominciò a sbattere il bacino come un mantice.
    
    A qual punto venni anch’io, riempiendole il retto di sperma.
    
    Un ...