Orario notturno
Data: 21/02/2018,
Categorie:
Etero
Sensazioni
Autore: _Oblio, Fonte: RaccontiMilu
Stai aspettando l'ultima corsa che ti riporterà a casa, la stazione è vuota, le luci intense e fredde illuminano i binari, senti un vento gelido sferzarti il viso, ti stringi nelle spalle cercando riparo. Una musica di sottofondo, riempie l'intero ambiente sotterraneo, riecheggiando quasi come fosse una voce lontana, ti guardi intorno, passeggi avanti e indietro distrattamente.Il fastidioso stridio dell'altoparlante ti annuncia che la metro che stavi aspettando arriverà a breve, istintivamente ti avvicini alla riga gialla che delimita la distanza di sicurezza, senti il rumore dei freni, il mezzo rallenta, passa qualche secondo, le porte si aprono con uno scatto, entri nell'ultimo vagone, non sai il motivo, non c'è il minimo accenno di un affollamento eccessivo, ma ti sei sempre sentita più sicura mettendoti in fondo.Ti siedi, l'illuminazione è forte e abbagliante, sei l'unica passeggera in quello spazio così angusto, che nelle ore di punta è talmente pieno da rendere faticoso ogni movimento. Guardi il tuo riflesso nel vetro davanti a te, hai l'aria stanca, sai che prima di poter scendere passeranno almeno quaranta minuti, devi arrivare al capolinea. A quell'ora della notte è raro viaggiare in compagnia, a volte si possono incontrare gruppi di ragazzi che, dopo aver trascorso fuori la serata, ritornano a casa, ma solitamente questo avviene solo nel fine settimana e oggi non non sarebbe stato il caso. Ti lasci portar via dallo scorrere veloce ...
... del treno sui binari, il tuo sguardo rimane fisso sull'immagine che appare sporadicamente nell'oscurità del sottosuolo, quegli occhi grandi, infinitamente scuri, che stanno viaggiando, chissà dove. Le fermate si susseguono lente, le porte si aprono, l'aria fredda che entra da fuori ti punge le guance, nessun nuovo passeggero, le porte si chiudono, il silenzio pervade nuovamente il vagone.Dev'essere trascorso a malapena un quarto d'ora, vorresti quasi abbandonarti alla stanchezza e chiudere gli occhi, il rumore di apertura ti distoglie da questo pensiero, nel vagone entra un uomo, si siede a pochi centimetri da te, il treno riparte. Ti sembra di averlo già visto prima, in effetti così è stato, sale sempre a questa fermata, il martedì e il venerdì se non ricordi male, suole essere solo e non avere nessun bagaglio con se, né tanto meno una borsa, non indossa neanche una tuta da lavoro, infatti ti sei già chiesta, in precedenza, per quale motivo stesse fuori in quell'orario così scomodo, ma ti sei subito resa conto che le risposte potrebbero essere svariate, lasci la mente aggirarsi per i suoi sterminati vicoli e rivolgi la tua attenzione alla sua persona. I tuoi occhi si sono già posati su di lui altre notti, furtivi hanno spogliato quella figura così silenziosa di ogni particolare, il suo volto è colpito dalla vivida luce che riempie prepotente lo spazio in cui vi trovate, così da far apparire i suoi occhi grigi come fossero pietra scalfita dal sole in un torrido ...