Onde concentriche
Data: 28/02/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: fabrizio
... lunghe e incurvate, quasi femminee; al contrario, le guance paffutelle si sono trasformate in gote velate da una barbetta rada. Sa di me, e della frequentazione che sto avendo con il padre e la madre; si fa raccontare i particolari più perversi, le oscenità che mi soffiano nei loro orgasmi clandestini, gli ansimi degli amplessi e le grida degli orgasmi; e mentre gli racconto le bassezze dei genitori, gli sfioro i fianchi, poi i lombi, poi passo la mano sotto l’elastico degli slip e mi concentro sul buco vergine. Lo accarezzo lievemente , poi quando lo sento rilassato introduco un dito; lui squittisce brevemente, senza allontanarsi, anzi, allargando le natiche per facilitarmi la penetrazione. Con movimenti lenti mi accovaccio sulle sue gambe, gli abbasso gli slip e appoggio l’erezione al suo sfintere; alzo gli occhi e do’ un lungo sguardo alla schiena nuda e alle braccia, piegate a fianco della testa. Fin dall’inizio quella vista era stato il mio desiderio, un desiderio bruciante e irraggiungibile. Troppo giovane, troppo bello, soprattutto troppo eterosessuale per farsi ammirare da un uomo in erezione accovacciato fra le sua cosce. ...
... Così avevo trascinato in quel baratro di oscenità e perversione la normalità borghese di quella famiglia, prima stuzzicando la parte oscura e inconfessabile del padre, poi il desiderio di rivalsa per la femminilità mortificata della moglie. Infranta la superficie di conformismo e di perbenismo, come un sasso che infrange il pelo dell’acqua dello stagno, mi è bastato aspettare pazientemente che le onde concentriche prodotte spingessero verso di me quel corpo nudo che sto per deflorare. Aumento delicatamente la pressione sul suo sfintere, che si dilata e mi lascia scivolare dentro. Molto, molto lentamente spingo fino in fondo la mia penetrazione, poi lo afferro per i fianchi facendoli insellare, e gli faccio abbassare le natiche; così riesco ad avere un movimento fluido e piacevole che, ne sono certo, apprezzerà anche lui. Riesco ancora a pensare che, in fondo, non mi sento affatto in colpa: ognuno di loro ha avuto ciò che desiderava ma non osava desiderare. Io, ho solo lanciato un sasso nello stagno ed ho raccolto ciò che le onde hanno trascinato con sè. Poi non penso più a nulla se non a godere di quel corpo che sto lentamente scopando.